Il Giro riparte, da Forlì, rivoluzionato dall'incidente occorso a Richie Porte, con conseguente penalizzazione del tasmaniano per aver usufruito dell'aiuto del connazionale Clarke. Il distacco del capitano del Team Sky cambia le gerarchie della corsa, costringendo i neri ad uscire allo scoperto per attaccare la maglia rosa di Alberto Contador.
Il percorso odierno, da Forlì a Imola (Autodromo Ferrari), misura 153 km e presenta diverse insidie. Non si arriva in quota, ma le difficoltà altimetriche non mancano. Due Gpm nella prima parte del tracciato – Passo del Trebbio, Valico del Prugno – nel mezzo diverse asperità, non classificate come vere e proprie ascese, ma di certo non accomodanti.
Giunti a Imola si entra nel circuito finale, da percorrere 4 volte. Punto focale il Tre Monti, strappo di poco più di 4 km al 5% di pendenza, ideale salto verso il traguardo per finisseur alla Gilbert o atleti in grado di tenere lungo salite non proibitive come Matthews.
Difficile che i velocisti possano reggere l'urto in una tappa che lascia senza fiato fin dalle prime battute, difficile che i big riescano a far selezione, soprattutto dopo una giornata di relativa tranquillità come quella di ieri.
Volata a ranghi ridotti, o l'ennesima fuga al traguardo? Le mani alzate di Boem, oltre la linea finale della decima tappa, raccontano di un Giro imprevedibile, oggi alterato dall'attesa pioggia. Rischi e paura, la spalla dolorante di Contador all'ennesimo test, serve coraggio, la corsa si decide in anfratti insospettabili.