Wladimir Klitschko torna al Madison Square Garden dopo 7 anni di assenza per difendere per la 23esima volta la cintura dei Pesi Massimi, versione WBO, IBF e WBA. A 39 anni, il più "piccolo" dei fratelli ucraini che negli ultimi 15 anni hanno dominato il panorama della cateoria più importante del pugilato, vede a un passo un traguardo storico: raggiungere, e magari superare, il record di 25 difese (tra il 1937 e il 1948, dalla conquista del titolo contro James "Cindarella Man" Braddock alla vittoria - con conseguente temporaneo ritiro - contro Jersey Joe Walcott) detenuto da Joe Louis.

Klitschko non combatte al Garden, e in America in generale, dal febbraio del 2008, quando sconfisse nettamente ai punti Sultan Ibragimov. Poi, sia per le ricche borse garantite dagli organizzatori in Russia o in Germania, sia per l'assenza di sfidanti di grido made in USA, Wladimir è rimasto per quasi un decennio dall'altra sponda dell'Oceano, sconfiggendo uno dietro l'altro sfidanti con qualche velleità (David Haye), tanto coraggio (Francesco Pianeta, Kubrat Pulev), e qualche vero e proprio brocco (Alex Leapai, Jean Marc Mormeck). A 11 anni dall'ultima sconfitta (ko contro Lamon Brewster a Las Vegas), con un record di 63 vittorie (53 ko) e 3 sconfitte (tutte prima del limite), Klitschko ha nel tempo avuto più difficoltà nel battere lo scetticismo dei critici che a schivare i pugni degli avversari. Anche nel corso della conferenza stampa di presentazione (interrotta dall'ormai immancabile pagliacciata di Shannon Briggs), comunque, Klitschko non ha perso la calma dinanzi alle solite critiche di chi avanza paragoni senza senso. "Non siamo più nell'epoca, irripetibile, di Ali, Foreman, Frazier, Norton. Se però ho dominato, non vuol dire che gli avversari sono scarsi. Il mio mantra è: continua a vincere, continua a mettere k.o., e i riconoscimenti saranno una conseguenza."


Naturalmente, il dottor Steelhammer non ha risparmiato battute - rispettose come da suo stile - nei confronti del rivale: "Ho visto come si muove, come cammina, come stringe le mani, come parla. Bryant è Rocky Balboa, ha le sue stesse qualità. E' nato a Philadelphia, e ha più o meno la sua stessa storia. E' un top contender, e posso vedere la sua voglia nel modo in cui si fa avanti. Mi fa credere che il match sarà eccitante. Penso che salirà sul ring per vincere, con la voglia che spinge lui e la sua gente."

Bryant Jennings, 31 anni il prossimo settembre, arriva al match della vita con un record immacolato di 19 vittore, di cui 10 prima del limite. Nato come detto a Philadelphia, soprannominato "By-By", Jennings ha praticato football, basket, atletica (200 metri) e lancio del peso, disputando 17 incontro di pugilato da dilettante (13-4 il record) prima di diventare professionista a 24 anni. Dopo due anni di rodaggio, nel 2012 conquista il titolo di Campione dello Stato della Pennsylvania battendo ai punti Maurice Byam. Dopo pochi mesi, conquista il titolo USBA superando ai punti Steve Collins, titolo che difende sul ring di casa, nel dicembre del 2012, mettendo ko Bowie Tupou. Le vittorie permettono a Jennings di salire due volte sul ring del Madison Square Garden: nel gennaio del 2014 batte per ko alle decima ripresa Artur Szpillka, mentre lo scorso luglio, supera ai punti (verdetto non unanime), Mike Perez, guadagnandosi la chance (dopo un cambio di promoter) contro Klitschko. "Sapete da dove vengo?", fa notare Jennings ai cronisti che gli chiedono se teme il campione. "North Philly. Ho superato tanti ostacoli nella mia vita. Ho fatto contemporaneamente quattro o cinque lavori. Già il fatto che non sono ancora laggiù, che ne sono uscito nonostante tutto ciò che ho passato, è un grande traguardo. La mia più grande paura è di tornare a North Philly. Questo match me ne tiene lontano, e quel posto mi ha dato forza mentale, confidenza e consapevolezza di essere coraggioso e di avere cuore." Jennings

Le attese per questo match non sono altissime, ci sono ancora tanti biglietti disponibili e gli incassi della pay tv non si annunciano strabilianti. Gli analisti americani sono concordi nell'indicare nell'età l'unico vero alleato di Jennings, in un match che tecnicamente è senza storia. Alcuni fanno addirittura notare che, prima della vittoria di Foreman contro Moorer nel 1994, nessun pugile era stato campione del mondo a 39 anni! Tra una settimana, parleremo di Mayweather - Pacquiao, uno dei match che definire "del secolo" non è fuori luogo, e i numeri saranno ben diversi...