Anthony Joshua torna sul ring dopo la spettacolare vittoria su Wladimir Klitschko dello scorso aprile e affronta, con in palio le cinture dei Massimi IBF (la più pregiata delle 3, è appartenuta anche a Larry Holmes ed era in possesso di Iron Mike Tyson nella notte di Tokyo), IBO e WBA il franco-camerunense Carlos Takam. L'avversario originariamente previsto, il bulgaro Kubrat Pulev, è andato ko in allenamento ed è stato sostituito 12 giorni fa dal pugile più in alto nelle graduatorie dell'IBF. Il match comincerà intorno alle 23 ore italiane e verrà disputato al Principality Stadium di Cardiff

Inutile sottolioneare come Joshua sia nettamente favorito e un suo stop non sia minimamente contemplabile. Ex campioni come Joe Calzaghe prevedono che Takam non andrà oltre le 5 riprese.
Il match è soltanto un passaggio nella carriera di Joshua, vediamo alcuni motivi.

Numeri

115, come i chili fatti registrare al peso da Anthony Joshua. Mai, nei 19 precedenti incontri da professionista, il campione inglese si era presentato così pesante. Una montagna impressionante di muscoli scolpiti da ore e ore di durissimi allenamenti (in rete è possibile reperire molti video) che non hanno però intaccato la velocità del campione, un vero atleta che dal punto di vista della preparazione non ha nulla da invidiare ai Klitschko.
66. Sono le sterline necessarie a uno scommettitore che punterà sulla vittoria di Joshua per vincerne...1! Altre agenzie, per attirare nuovi clienti, offrono 1 sterlina ogni 33 o 16 giocate. 12 sono invece quelle che vincerebbe un fortunatissimo visionario che ne giocasse una sul franco-camerunense, e ben 33 chi volesse puntare sul pareggio.
70mila saranno gli spettatori presenti al Principality Stadium di Cardiff: non saranno i 90mila accorsi a Wembley per la sfida tra Joshua e Klitschko, ma mai una riunione di pugilato indoor aveva fatto registrare un così alto numero di presenze.
10 milioni di sterline: a tanto si aggira il guadagno di Joshua per l'incontro.
150: le nazioni in cui sarà possibile assistere all'incontro.

La supersfida

Da tempo si parla del declino del pugilato soprattutto a livello di Pesi Massimi, ma i numeri che Anthony Joshua (e soprattutto il suo promoter Eddie Hearn) riescono a mettere insieme testimoniano altro. L'anglo-nigeriano è un personaggio di spessore, che attira l'interesse di appassionati, fan, tv e sponsor. I media inglesi impazziscono per lui, i numeri fatti registrare a Wembley e ora a Cardiff vanno oltre ogni più rosea previsione. Ha 28 anni, un incontro epico alle spalle e nel futuro uno ricchissimo, con Deontay Wilder, che prima o poi si farà. L'entourage di Wilder vorrebbe che questo incontro sia il prossimo dei due campioni; Eddie Hearn invece vorrebbe prima costringere l'americano ad affrontare il prossimo febbraio Dillian White, rissoso londinese che stasera combatterà contro Robert Helenius nel sottoclou di Cardiff e che nel 2015 ha subito contro Joshua l'unica sconfitta della carriera. Vedremo...

Il caos delle sigle
La moltitudine di sigle pugilistiche ha da anni reso difficile l'unificazione dei titoli. A volte, la stessa sigla mette in palio dei sottotitoli (Silver, Intercontinental, Super...) che non fanno altro che moltiplicare campioni, pseudo campioni e aspiranti tali.
A livello di pesi massimi, oltre alle 3 in possesso di Joshua, sono in giro altre 2 cinture di un certo rilievo. La WBC (quella per la quale si sono battuti Alì, Frazier e Foreman) è nelle mani di Deontay Wilder, che il prossimo 4 novembre la difenderà per la seconda volta contro Bermene Stiverne, l'unico a finire in piedi nei 38 incontri vinti dal Bronze Bomber. Wilder è da poco entrato nella classifica dei 20 pesi massimi che hanno più a lungo conservato un titolo. La cintura WBO (quella che a fine anni '80 fu conquistata da Francesco Damiani) è detenuta da Joseph Parker, 25enne neozelandese che ha battuto Takam un anno fa e, lo scorso maggio, ha sofferto non poco per superare ai punti alla Manchester Arena Hughie Fury, cugino di Tyson Fury. Infine, una precisazione sulla cintura WBA, anche questa passata per i miti degli anni '70. Quella di Joshua è la "Super WBA", l'originale (definiamola così) sarebbe da un anno di Lucas Browne, 38enne australiano dal record immacolato costruito prevalentemente in patria, che però è finito nel vortice dei test anti doping e se ne è visto privare. Browne dovrebbe combattere a fine novembre con Sergey Kuzmin (che tra i dilettanti nel 2010 supero Cammarelle ai Campionati Europei) per il vacante titolo Intercontinentale WBA, giusto per complicare ancor più la faccenda...

Un po' di Italia.
Il manager di Carlos Takam è Christian Cherchi, figlio del mitologico Salvatore. Il franco-camerunense si è avvicinato alla OPI 2000 dopo la sconfitta patita da Povetkin, e la scelta si è rivelata vincente. Lo sfidante, che compirà 37 anni a dicembre, vanta un record di 35 vittorie (27 ko), 3 sconfitte (ko contro Povetkin nel 2014, ai punti contro Parker nel 2016, ai punti contro il medriocre Gregory Tony nel 2009) grazie ai suoi manager ha conosciuto il cibo italiano: va matto per le pappardelle.