Staples Center, Los Angeles. Il dodicesimo e ultimo round è appena inziato. Una terribile combinazione di Deontay Wilder, uno dei pugili più potenti degli ultimi anni, manda al tappeto Tyson Fury. Il gancio sinistro conclusivo è preciso, centra la testa di Fury, che crolla pesantemente al tappeto. Il pugile di Manchester allarga le braccia, il ghigno che ha tenuto dipinto sul suo volto per tutta la serata lascia spazio a un'espressione seria, ma non sofferente. Fury pensa
agli ultimi anni, all'alcol, alla droga, alla depressione, pensa al talento fuori dal comune racchiuso in un corpo in apparenza goffo e sgraziato, pensa a quando battendo Klitschko ha raggiunto l'Olimpo del pugilato. Fury è passato attraverso tutto ciò, non può fermarsi proprio ora. Fury si rialza, eccome se si rialza. Il pubblico è sorpreso, Wilder pure, Fury no e reagisce, mettendo in seria difficoltà Wilder.
La ripresa volge al termine, l'incontro è finito. Mentre i giudici mettono ordine ai loro cartellino, scorrono gli highlights della serata.
Fury mostra la solita, incomprensibile velocità per un uomo della sua stazza (e della sua vita folle), Wilder, molto più leggero del solito (214 libbre, solo nel 2009 aveva fatto registrare di meno), è spesso in difficoltà davanti alla velocità, alla furbizia, all'esperienza di Fury. Gli atteggiamenti istrionici di Fury non innervosiscono Wilder, che resta costantemente concentrato. Il match è equilibrato, fino al nono round, quando Wilder sorprende Fury e, con un colpo forse alla nuca, lo manda al tappeto. Fury si rialza in apparenza senza problemi, e riprende il suo match fino al termine.
I due pugili si abbracciano e scambiano complimenti, mentre si attende il verdetto. I 3 giudici hanno visto 3 incontri differenti: il primo, Alejandro Rochin, premia Wilder con 4 punti (115-111); il secondo, Robert Tapper, Fury di 2 (112-114), il terzo se ne lava le mani e ponziopilatescamente vede un pareggio (113-113).
Post match I due pugili, manager di se stessi, vedono subito l'opportunità di un rematch, e nelle dichiarazioni non fanno che parlarne. Fury, solito showman, dice di aver affrontato e a suo dire battuto, il secondo pugile più forte del mondo; Wilder afferma che lui combatte dove e con chi lo pagano di più. Ma il finale è ancora di Fury, che ne ha per Anthony Joshua: prende il microfono, e davanti a milioni di spettatori chiede dove si sia nascosto "Chicken Joshua".