Questa sera, al Principality Stadium di Cardiff va in scena il Mondiale dei Pesi Massimi tra il britannico Anthony Joshua, in possesso delle cinture IBF, super WBA e IBO, e il neozelandese Joseph Parker, detentore della cintura WBO. Il vincitore dovrebbe affrontare l'americano Deontay Wilder (campione WBC) che ha recentemente battuto, soffrendo, il cubano Ortiz, ma Joshua ha comunque una clausa di re-match in caso di sconfitta. Nei meandri delle varie sigle, resterebbe in attesa di una seconda chance Dillian Whyte, già demolito da Joshua a dicembre 2015, che ha conquistato la corona Silver WBC battendo l'impresentabile Lucas Browne
.
Saranno circa 80mila gli spettatori presenti a Cardiff; l'incontro verrà trasmesso in diretta in tutto il mondo. I bookmakers danno per netto favorito Joshua (secondo una statistica, il 40% di chi scommette per una sua vittoria è donna), ma stanno ricevendo così tante puntate su Parker da preoccuparsi in caso di sorprese. Joshua incasserà circa 23 milioni di euro, intorno ai 15 Parker. Ci sarà anche un po' di Italia sul ring di Cardiff: ad arbitrare il match sarà infatti il 57enne ferrarese Giuseppe Quartarone.
Joshua torna sul ring dopo la vittoria dello scorso ottobre contro Takam , e al peso fa segnare poco meno di 110 chili, 5 in meno rispetto al match contro il franco-camerunense e, in generale, il peso più basso degli ultimi 10 incontri. La sua marcia verso il sogno di riunificare finalmente le cinture dei pesi massimi incontra un ostacolo da non sottovalutare, un pugile e atleta "vero" che ha dimostrato di avere una solida mascella e un pugno pesante. Parker, 26 anni, imbattuto, rende all'avversario 5 centimetri e al peso ha fatto registrare circa 3 chili in meno, ma è nell'allungo la differenza maggiore: 208 cm per Joshua, "solo" 193 per il kiwi. Se il britannico ha sempre vinto per ko (20 incontri, 18 dei quali terminati entro la settima ripresa), il neozelandese può vantarne 18 su 24, ma i suoi ultimi 3 match, con avversari di medio livello (Andy Ruiz, Razvan Cojanu e Hughie Fury) si sono risolti ai punti, e col cugino di Tyson un giudice aveva visto il pareggio. Entrambi hanno affrontato Takam: nel 2016, Parker lo battù di misura ai punti. L'indiscutibile maggiore potenza di Joshua dovrà fare i conti con le doti di incassatore di Parker, che in tutta la sua carriera, compresi i match da dilettante, non è mai andato al tappeto. Rispetto ai match precedenti, che non lo hanno del tutto soddisfatto a livello di prestazioni, Parker ha scelto una preparazione fisica prediligendo la velocità alla potenza. Klitschko a parte, il neozelandese è sicuramente l'avversario più ostico tra quelli affrontati da Joshua.
La mamma di Paker, la samoana Sala, si è detta dispiaciuta di non aver potuto incontrare Joshua prima del match, usanza diffusa in Nuova Zelanda, più silenzioso il papà, Dempsey, come il mitico Jack. Ma AJ ha altro a cui pensare. Il suo promoter, Eddie Hearn, uomo dal talento purissimo nel ma$$imizzare i propri interessi e quelli del suo assistito, è già al lavoro per la sfida più remunerativa, quella che potrebbe ridare, dopo anni di appannamento, nuova luce al mondo dei Pesi Massimi: Joshua-Wilder, probabilmente già entro il 2018. Parker permettendo...