Comincia col botto il Giro di Catalogna, una prima tappa che "stappa" la corsa, rendendo incerto lo svolgimento delle prossime tappe, ora soggette all'inseguimento forzato dei big, staccati oggi. Vince Maciej Paterski, polacco della CCC Polsat, protagonista ieri alla Milano - Sanremo, chiusa in ventiduesima posizione, al termine di una lunga fuga a tre, con Pierre Rolland e Bart De Clercq. Decide la volata, dopo 185,2 km, De Clercq infiamma lo sprint ai 400 dal traguardo, ma è in realtà un colpo estremo, perché dietro Rolland e Paterski ne hanno di più. Il polacco si alza sui pedali al primo movimento di Rolland e chiude con facilità davanti. Giornata di gloria, perché Paterski transita per primo anche in vetta ai tre Gpm di tappa. Il gruppo, regolato da Van der Sande, giunge 2'40" dopo i battistrada.
Il percorso riporta alla mente la passata edizione del Giro di Catalogna. Medesima tappa, da Calella a Calella. L'anno scorso firma di Mezgec, a dimostrazione di un disegno adatto a ruote veloci. Non mancano le difficoltà, due nella prima parte del tracciato, l'Alt del Viladrau, 2° cat., 11.8 km, e l'Alt del Coll Formic, 1° cat., 7.8 km al 5.2%, con l'ultima asperità, invece, l'Alt del Collsacreu, 3° cat., 7.4 km al 3%, posta ai meno 18.
De Clercq, Rolland e Paterski prendono il largo dopo circa 60 km e il vantaggio si dilata con estrema facilità. Il gruppo passeggia e si ritrova ben presto a perdere di vista chi è al comando. Oltre 13' di disavanzo, l'impossibilità di rientrare quando le ammiraglie intimano di alzare l'andatura, una sorta di braccio di ferro tra le squadre dei velocisti e quelle dei fuoriclasse impegnati a giocarsi la classifica generale.
L'inseguimento serve quindi solo a limitare il disavanzo, riducendo l'errore di valutazione al minimo. Il Team Sky si porta in forze al comando, a coadiuvare l'azione isolate partecipazioni di Tinkoff-Saxo, Movistar, Giant. Il plotone, negli ultimi 20 km, mangia gran parte del margine ai tre di testa, 3 minuti solo nei 10 km conclusivi, ma il gap resta significativo, 2'40", soprattutto perché negli uomini di testa c'è Pierre Rolland, scalatore che può reggere sulle montagne di Catalogna.
Davanti come detto fuga e accordo. Gli scatti giungono tardi, solo nell'ultimo chilometro, Paterski scalda i muscoli, gioca, fingendo stanchezza, Rolland procede a bocca aperta, De Clercq non si cura dei rivali. Lo Sprint è con poca storia, ma ai tre va bene così. Paterski si gode vittoria e primato, Rolland pensa alla classifica, De Clercq, secondo sui Gpm, domani indossa la maglia di miglior scalatore.