L'Astana fuori dal Tour Mondiale, la squadra del campione in giallo, Vincenzo Nibali, privata della licenza di prima fascia. L'UCI si interroga e Cookson, attento in materia di doping, pensa alla clamorosa esclusione. Una settimana, sette giorni per conoscere la decisione della commissione della federciclo atta a decidere dell'inserimento o meno dell'Astana tra i "grandi". Pesano, come macigni, i cinque casi di doping acclarati in pochi mesi.
Epo e steroidi anabolizzanti, queste le sostanze vietate riscontrate dall'agenzia antidoping. Due i casi nella squadra principale - pescati i fratelli Iglinskiy - ben tre in quella Continental, Team di sviluppo fermato nei giorni scorsi. Vinokourov, ai microfoni e in un incontro con i vertici dell'UCI, ha provato a spiegare l'estraneità dell'Astana, ma la situazione resta critica. Non bastano nemmeno le parole di Vincenzo Nibali, duro nei confronti dei colpevoli, lieve verso la società di appartenenza.
Quel che trapela da casa Astana è una sorta di insofferenza, un attacco a scelte individuali, non certo approvate da una squadra che ora si vede sull'orlo del baratro, costretta, se esclusa, a ricorrere al Tas di Losanna, per non trovarsi nell'infausta veste di ospite non gradito. Lo scenario peggiore, con l'Astana quindi senza licenza, prevede una sorta di "via tutti", con corridori liberi di accasarsi altrove e il Team costretto ad attendere inviti per partecipare alle corse di prestigio.
Visione per ora lontana, perchè, come detto, manca ancora la decisione ufficiale, e l'ipotesi ricorso circola già nell'aria. Quel che è chiaro è che la serie di positività non può che gettare ombre sul ricco Team kazako, minando la credibilità di corridori come Nibali e Aru. La stessa presenza di Vinokourov, in passato pizzicato e guida della squadra, non porta una ventata di certezza.
Dubbi che si allargano al potere economico dell'Astana. I kazaki rappresentano oggi una delle maggiori forze del ciclismo mondiale. Le due ruote possono rinunciare a una squadra imponente per palmares, storia e campioni? La consueta guerra tra potere, denaro e ciclismo pulito è sul punto di raccontare un altro episodio, con purtroppo attori italiani, non direttamente coinvolti, ma protagonisti.
Fonte Gazzetta dello Sport