Non conosce fine l'incubo Astana. Cinque casi di doping nel ristretto giro di pochi mesi. Un record non certo invidiabile, anzi sospetto. Cresce l'attenzione attorno al Team kazako, finito nella lente d'ingrandimento dell'UCI per le reiterate positività. L'ultimo caso coglie in flagrante Artur Fedosseyev, giovane in forza al Team Continental, la squadra di sviluppo. Terzo, dopo Okishev e Davidenok, ad essere pizzicato per uno steroide anabolizzante. Fermati invece per EPO due nomi pesanti del Team World Tour, i fratelli Iglinsky. Il corridore è già stato sospeso, ma il panorama attorno all'Astana resta nebuloso.
Mentre le dichiarazioni di Nibali e Aru gettano acqua sul fuoco, con il primo certo dell'estraneità della squadra, del Team, alle vicende di doping, considerate come scelte isolate, individuali, e il secondo pronto a lanciare la sfida per il 2015, stagione della definitiva consacrazione, il mondo delle due ruote fatica a digerire eventi che si ripetono con preoccupante continuità.
Può realmente una società essere totalmente esente da colpe? Il rischio, scongiurato da Nibali, è quello di perdere la licenza di prima fascia. In un periodo di rivoluzione in termini di lotta al doping, con Cookson particolarmente attento all'argomento, dopo il buco nero del passato, le conseguenze per l'Astana potrebbe essere preoccupanti, come incerto il futuro delle stelle più luminose.