L'Italia è di legno, ancora una volta. Giorgia Bronzini sbuca lugo le transenne, al fianco di Marianne Vos, e si lancia sul traguardo, dall'altra parte della strada in tre, sulla stessa linea. Questione di centimetri, quelli che separano la due volte iridata dalle prime tre. Oro alla francese Ferrand-Prevot, argento alla tedesca Brennauer, bronzo alla svedese Johansson. Un'Italia perfetta, attenta, capace di controllare una corsa condotta per cinque giri sottoritmo, fino ai fuochi d'artificio del finale. A due giri dal termine le prime fucilate, con Ratto e Longo Borghini sempre pronte a chiudere il buco. La Vos, lo spauracchio, la campionessa di tutto, si spegne, per troppa sicurezza, per poca energia, al dunque.
Resta il rammarico per un'occasione gettata al vento. Quel gruppetto di 4 atlete - Vos, Longo Borghini, Johansson, Armitstead - che si forma lungo l'ultimo passaggio sullo strappo di Mirador si blocca a poche centinaia di metri dallo striscione d'arrivo. Il tentativo di Elisa è vano, da dietro rinviene il gruppetto trascinato dalla splendida Hausler, con la Ferrand-Prevot coperta, pronta alla volata. La Ratto scombina le carte e parte lunga, risponde male la Vos, la Bronzini, sorpresa, è chiusa. Quando parte sembra davanti, ma il verdetto non premia l'intelligenza dell'azzurra.
Resta un mondiale da protagonista, per Giorgia, vittima di una caduta nella prima parte, e per l'Italia. Un perfetto mix, d'esperienza e freschezza, a cui è mancato l'acuto.
Ordine d'arrivo:
1) Ferrand-Prevot
2) Brennauer
3) Johansson