Applausi per le giovani azzurre impegnate nella prova in linea categoria juniores. Contava molto il contingente italiano sulla prova odierna e puntuale è giunta l'attesa medaglia. Il metallo non è il più pregiato, ma l'argento di Sofia Bertizzolo illumina il lavoro di un gruppo coeso e perfettamente preparato. Ragusa e Wackermann si spremono con coraggio già nel terzo giro, Sofia Beggin lancia l'assalto sull'ultimo strappo, prima del contrattacco della Bertizzolo. Il plotone rientra ed è volata, con la Bertizzolo battuta solo dalla fuoriclasse danese Dideriksen, al secondo titolo dopo quello del 2013 a Firenze.
72,8 km, 4 giri, un percorso caratterizzato da due difficoltà, lo strappo di Confederacion, con pendenza massima dell'8% e quello conclusivo di Mirador, posto prima della picchiata verso il traguardo. L'Italia parte con cinque punte, ma perde subito una sfortunata Nicole Nesti. Non cambia però il piano tattico. Katia Ragusa guida l'assalto nella terza tornata, si stacca sul Mirador, ma rientra in discesa, fornendo un ulteriore strattone nel giro finale. Con lei la Wackermann. Il gruppo, negli ultimi 18 km, è ridotto a 44 unità. Si vede Macey Stewart, oro a crono, ma soprattutto il duo danese, Mathiesen - Dideriksen.
La salita che porta a pochi chikometri dall'arrivo è il teatro di guerra. Il primo squillo è della Beggin, sulla ripartenza della Bertizzolo restano in tre. Allo scollinamento Beggin perde qualche metro, Sofia Bertizzolo attende l'azzurra per creare superiorità numerica, ma da dietro la tedesca Klein riporta sotto il gruppo ed è volata, con Ragusa a lanciare le atlete nei metri finali. Dideriksen, dopo una corsa di controllo, esce prepotente, Bertizzolo si allarga, ma è seconda. Terza la Skalniak.