Il pugno al cielo di Aru, l'orgoglio di Froome, le scaramucce di stampo spagnolo. La Vuelta corre veloce verso un epilogo ancora incerto. All'orizzonte un tappone spettacolare e una breve cronometro, ma prima una tappa, la diciannovesima, ancora una volta aperta a differenti scenari. Sono poco più di 180 i chilometri previsti, con partenza da Salvaterra do Mino e arrivo a Cangas do Morrazo.
Due i Gpm: il primo, il più lungo, l'Alto do Monte da Groba, seconda categoria, 12 km al 4,9% di pendenza media, il secondo, l'Alto Monte Faro, 4.7 km al 7%. Proprio la vetta di questa seconda fatica può decidere la tappa. Quando si termina la scalata mancano solo 15 km al traguardo e a seguire è prevista una discesa breve, ma intensa.
Non sono da escludere attacchi verso il Gran Premio della Montagna, o addirittura lungo la ripida discesa. Valverde già diverse volte in questa stagione ha acceso la miccia quando la strada ha iniziato ad abbassarsi. Con lui, attenzione anche a Samuel Sanchez. Contador controlla e ieri ha concesso una ventina di secondi a Froome. Aru punta a ricucire su Rodriguez, ma è domani che la Vuelta è chiamata a esplodere. Oggi però occhio ai colpi di mano. Qualora la salita venisse affrontata con rispetto, anche un velocista come Degenkolb potrebbe dir la sua.
Questa la tappa: