Contador voleva questa vittoria, la cercava da giorni. Attacchi su attacchi, scatti continui. Che non avevano però sortito l’effetto sperato. Oggi ha messo le mani sulla vittoria finale. Trionfo in maglia roja, e leadership consolidata. Il primo a scattare è stato un rinnovato Chris Froome, e solo il Pistolero gli ha resistito. Terminata la frullata del keniano bianco, Alberto ha atteso l’ultimo chilometro per salutare la compagnia. Più indietro Rodriguez, Valverde e Fabio Aru, che si è confermato come quinta forza di questa Vuelta, e probabilmente oltre non andrà. Ma è già uno spettacolo di suo. Tra i due gruppi di uomini di classifica, si è inserito orgogliosamente Alessandro De Marchi. Il rosso di Buja, in fuga fin dal mattino, ha sfiorato la seconda vittoria in Spagna. Avrebbe meritato miglior sorte l’altro azzurro, Gianluca Brambilla, che è stato però squalificato dalla direzione corsa sull’ultima salita, dopo una scazzottata con il compagno di fuga Ivan Rovny della Saxo Bank. Sanzione sacrosanta, che punisce un atteggiamento evitabile da parte di entrambi i corridori. Con l’ausilio di Brambilla, con ogni probabilità la fuga a tinte italiane sarebbe arrivata al traguardo. Sanzioni disciplinari a parte, Davide Cassani potrà trarre indicazioni confortanti da questi due ragazzi che vedremo in maglia azzurra. L’intenzione del CT è quella di imporre un ritmo infernale al Mondiale di Ponferrada, per negare ogni possibilità ai vari Sagan, Degenkolb, Matthews. E la sua strategia non potrà prescindere da questi due.
In fuga dal mattino anche Damiano Cunego e Adriano Malori, che sulle prime rampe del penultimo GP della Montagna si sono staccati. Ci si attendeva forse di più dal vincitore del Giro del 2004, che ormai da qualche stagione fatica a ritrovare il colpo di pedale giusto e non incanta più.
Si controllano molto i big in corsa, Uran alza ben presto bandiera bianca dopo aver passato una notte insonne per problemi respiratori, come conferma dalla sua ammiraglia Davide Bramati. Il colombiano, secondo al Giro dietro al connazionale Quintana, si stacca subito e giunge al traguardo con un ritardo considerevole.
Sull’ultima salita, a 4 km dal traguardo, Froome frulla per coronare il grande lavoro dei suoi compagni Deignan, Nieve e Kennagh. Contador però è brillante, dopo il cambio bici ad inizio ascesa. Terminato lo sforzo, Froome procede con passo costante, come sempre, ma Alberto, fino a quel momento a ruota, decide di prendersi la tappa. E lo fa. Dietro Rodriguez e Valverde, che non si amano, procedono a scatti. Aru fa l’elastico, soffre i cambi di ritmo dei suoi spagnoli ma rientra puntualmente, salvo staccarsi nel finale. Daniel Martin, con sei punti di sutura nel ginocchio, arriva poco distante dal sardo di Villacidro. Non cambia di molto la classifica generale, che registra però l’avvicinamento di Froome al secondo gradino del podio ora occupato da Valverde. La condizione del britannico sta crescendo giorno per giorno, ed è lecito attenderlo protagonista nell’ultima settimana. Valverde sta bene, ma potrebbe pagare le fatiche del Tour e con ogni probabilità perderà la seconda posizione. Aru si conferma al quinto posto della generale, ed è attualmente arduo attendersi qualcosa di più. Domani la corsa osserverà un giorno di meritato riposo dopo il trittico Cantabrico. La Vuelta entra nel vivo ma le gerarchie sembrano più che stabilite. La terza settimana è solitamente quella della verità, quando i veri valori vengono alla luce. E Froome sta crescendo, sarebbe veniale considerarlo fuori dai giochi. Anche perché la crono dell’ultimo giorno è sul suo terreno, e potrà fare paura a tutti.