Eccoli i Pirenei, maestosi. Da sempre il Tour si decide qui, più che sulle Alpi. Da sempre qui si segnalano vittime illustri. Luogo di artisti, attaccanti, uomini coraggio. Tanta strada manca per giungere ai Campi Elisi, tante le storie che le strade di Francia si apprestano a raccontare. Un padrone guarda tutti dall'alto, con la consapevolezza, assoluta, di essere il più forte "I dettagli contano, ma serve anche altro, la scienza da sola non basta. Le prossime tappe saranno dure. Il Tour non l'ho ancora vinto". Nella terra dei re gloriosi, il giallo di Vincenzo Nibali ha sembianze monarchiche, un despota buono che concede ai suoi sudditi il giusto. Alle sue spalle un volpone di antico pelo, Alejandro Valverde. Prova a difendere la roccaforte della seconda piazza dall'assalto della gioventù di casa. Bardet di anni ne ha 23, indossa la maglia bianca, teme la crono, ma in salita ha cuore e orgoglio, quello che serve qui al Tour.
Si parte, per la sedicesima tappa, da Carcassonne, dopo il riposo di ieri, per giungere a Bagnères-de-Luchon, 237,5 km dopo. Nella tre giorni pirenaica, la tappa odierna è l'unica senza arrivo in quota. La salita più impegnativa, Hors Categorie, il Port de Balès, termina a 21,5 km dal traguardo. 11,7 km al 7,7% di pendenza media prima della picchiata conclusiva. Le difficoltà più lievi nella prima parte del tracciato, dove i corridori affronteranno due colli di quarta categoria, la Cote de Fanjeaux, 2,4 km al 4,9%, e la Cote de Pamiers, 2,5 km al 5,4%.
Al chilometro 155 un capitolo di storia, una nobiltà pirenaica, il Col de Portet-d'Aspet. Classificata come salita di seconda categoria, misura 5,4 km e la pendenza media è del 7%. Ad accompagnare verso l'ascesa finale un ultimo strappo, il Col des Ares, 6 km al 5,2%. Un assaggio prima della tappa successiva con chiusura a Saint-Lary-Pla d'Adet.