John Isner è ancora una volta il campione di Atlanta. Per la 5° volta in carriera il gigante di Greensboro conquista la Georgia. Sono 14 ora i titoli totali nel circuito ATP. Qui si sente come a casa, ed ogni anno rinnova l'incredibile feeling con questi campi. Un dominio incontrastato.

LA PARTITA

Match difficile, astruso, non di facile lettura. Il primo set si gioca sul filo di lana: i due contendenti sono ottimi al servizio ed efficaci in uscita dallo stesso con entrambi i colpi. Isner è una macchina con la prima di servizio - non disdegnando il serve & volley - ottimo anche con il dritto anomalo e produttivo a rete; Harrison è il solito giocatore capace di telecomandare colpi senza perdere campo, scagliando vincenti e rispondendo a tono ad ogni sferzata del suo dirimpettaio. Si segue la regola del servizio sino al 55, quando, sul 40-40, Isner sbaglia un attacco con il dritto in avvicinamento, poi non riesce a contenere una risposta di rovescio bloccata ed infida di Harrison, che conquista il break. Con un ace, nel game successivo, chiude il set.

Nel secondo set è sempre Isner a rischiare. La prima di servizio stenta a decollare, ed Harrison sente odore di break. Il nativo di Greensboro va vicinissimo a capitolare nel 5° gioco. Sul 30-30, il suo connazionale tiene in campo un lob difficile e si costruisce un break point; Long John annulla la chance con un serve & volley avventato, con la volèe che tocca un pezzettino di riga e rimane in campo, scongiurando l'allungo. Chiude ai vantaggi, e ne esce rivitalizzato. Vince il game, poi punge in ribattuta; sul 30-30, attacca in diagonale con il dritto chiudendo la visuale di gioco ad Harrison. Corridoio e palla break, che diventa realtà con l'errore dell'avversario. 42. Si segue la regola del servizio, Isner chiude con un ace e rimanda la pratica al terzo.

Primo game, già break. Lo conquista Isner, subito d'attacco in ribattuta. Sale 30-40, poi scaglia un dritto inside-out poderoso e prende le redini del set. Non soffre in nessun game di servizio, anzi rischia di andare a doppio break nel 7° game, ma un dritto in corsa profondo di Harrison gli cancella la chance. Poco male, pilota il set fino a chiudere 64.

(1) J. Isner b. (8) R. Harrison 57 63 64