Day 5 alla San Benedetto Tennis Cup, è tempo di quarti di finale. Programmati tutti e quattro gli incontri - 3 sul centrale, uno sul campo 3 - ne resteranno solo quattro. 

CENTRALE 

Il centrale accoglie la sfida tra Ante Pavic e Carlos Taberner - testa di serie N°2. Il croato ha un gioco che punta molto sul proprio servizio al fulmicotone, ma son dolori anche quando registra il dritto sulla giusta frequenza. Non disegna le discese a rete - si disimpegna bene con il serve & volley; l’iberico è il classico giocatore da terra, amante degli scambi da fondo, elastico e leggero negli spostamenti, con grande acume difensivo. Va subito avanti il tennista natio di Valencia, ma il break dura una manciata di minuti. Si sosta sul 22. I due corrono a braccetto, fino all’allungo decisivo nel 9º game. Set Spagna. Secondo parziale che racconta lo stesso canovaccio, decisivo ancora il break del 9° game.

Secondo match che mette sul piatto il derby azzurro tra Andrea Arnaboldi - mancino elegante, con un rovescio ad una mano favoloso, adatto alle superfici veloci - e Lorenzo Giustino - mastino da rosso, svezzato sul mattone tritato. Il N°247 ATP riesce ad incanalare il match sui binari giusti; dopo il break subito nel primo game, il contro-break arriva immediatamente. L'ottavo game è quello propizio per piazzare una zampata, primo parziale Giustino. Nel secondo, basta un break nel 3° gioco. 2-0.

Terzo ed ultimo match tra Luca Vanni e Daniel Ehani Galan Riveros, programmato in serata. In campo due grandi battitori e colpitori da fondo, che danno vita ad un match tirato. Un solo break durante la gara, arrivato nel 2° game del primo set. L'allungo è opera del colombiano, che vola 63 e conquista il parziale iniziale. Nel secondo set, lotta serrata; i contendenti scendono spalla a spalla sino al tie-break, qui la spunta Galan.

►CAMPO 3

Senza storia il match tra l'azzurro Matteo Viola - autore di un ottimo torneo, giocatore da rosso - e Sergio Gutierrez-Ferrol - esattore di Quinzi ieri sera. In soli 52 minuti, lo spagnolo strapazza il giocatore nostrano, rifilandogli un sonoro 60 61.