Altra partita incredibile nel torneo di Wimbledon più folle degli ultimi anni. Dopo la scazzottata di oltre sei ore e mezza tra Anderson e Isner, assume i contorni della maratona anche la seconda semifinale, quella tra Djokovic e Nadal, che dopo essere stata sospesa ieri sera per il sopraggiungere della notte si chiude oggi, con un finale degno dei migliori romanzi: cinque ore e venticinque minuti totali di gioco servono a Nole per avere la meglio, col punteggio di 10-8 al quinto, e guadagnarsi così la finale proprio contro il gigante sudafricano. Riviviamo insieme le emozioni delle due “puntate” di questa maratona.

Come da previsione, la prima fase del match è molto equilibrata, anche se la lancetta pende leggermente verso Djokovic: si comporta benissimo al servizio il serbo, aiutato dagli aces, mentre Nadal deve chiedere al suo tennis sempre uno sforzo extra nei turni di servizio, tutti vinti ai vantaggi sino al 3-3. Nel settimo, decisivo game, Nole alza la voce e da fondo diventa il muro di gomma senza eguali che più volte ha dominato il circuito: Nadal va fuori giri col rovescio, subendo poi a propria volta il vincente lungoriga da sinistra. Sotto 0-40, il maiorchino riesce ad annullare solo la prima palla break, e l’altro è implacabile nei turni di servizio, chiudendo il primo set sul 6-4.

Spartito che non cambia nel secondo parziale: Nadal è subito in apnea, subendo il dritto avversario e regalando palla break con l’errore in manovra. Ai vantaggi, però, il maiorchino è solido e porta a casa il gioco. Si lotta tantissimo su ogni punto, con entrambi i pluri-campioni Slam che riescono ad alzare il proprio livello di gioco in situazioni di rischio, regalando al pubblico del centrale dei momenti di spettacolo tecnico ed emotivo. Manca l’occasione Djokovic, che col dritto fallisce due palle break non impossibili nel terzo game, e l’avversario caccia subito la pinna da squalo: Nadal alza il livello e spinge con continuità su ogni palla, andando a pizzicare due errori non forzati di dritto dall’avversario. L’ace riporta quasi a contatto il serbo, ma ancora una volta ad andare fuori giri è il lato destro, è break e 3-1. La reazione dell’ex-numero 1 del mondo è perentoria ed immediata, coi tre vincenti che forniscono il contro-break a 15, ma dopo il cambio campo Djoker è ancora annebbiato: 0-30 dopo l’ennesimo non forzato di dritto, che diventa 30-30 grazie all’ottimo gioco di rete. Ai vantaggi Nadal si procura altre due palle break, e la seconda è quella giusta per far tuonare il dritto in corsa: terzo break filato e set incanalato verso la Spagna. Difatti, Rafa non trema più con le palline in mano e chiude 6-3 per pareggiare il conto dei parziali.

Nel terzo si rischia meno e i game, soprattutto con Nadal al servizio, scorrono via veloci: al centro del set entrambi i contendenti sono lucidi a risalire dal 30-30 prendendo in mano il pallino del gioco, mentre sul 5-5 è un ace cruciale ad evitare a Djokovic di affontare la prima palla break nella tarda serata inglese. Il tie-break è naturale conclusione del parziale. Un doppio fallo fa inciampare subito Nole, che sfrutta però l’errore di rovescio avversario per pareggiare il conto dei mini-break. Situazione di equilibrio rotta sul 2-3 da Djokovic, bravo a costringere Nadal ad una voleé complicata per strappare ancora il servizio. Il dritto riporta Nadal in quota, con la tensione che sale altissima ed il maiorchino a servire sotto 5-4: due punti filati, di pura personalità e classe, per andare sul 6-5 al set point. Djokovic però non sbaglia più e costringe l’altro all’errore di dritto, ma Rafa si conquista la seconda chance, stavolta sul suo servizio. Ogni palla pesa dei chili,  le vibrazioni emotive sono palpabili da entrambe le parti, ma il turning point arriva sul 9-9: rovescio vincente da ovazione per il serbo che va per la prima volta a servire per il set e non sbaglia, chiudendo l’avversario nell’angolo del rovescio e conquistando il terzo parziale. Qui, come da previsione, la partita si interrompe per il sopraggiungere della notte (a Wimbledon non si può giocare oltre le 23.00 locali, come da accordi tra l’All England Club ed il “vicinato”), venendo ripresa solo il pomeriggio successivo.

Come da regolamento si ricomincia nelle stesse condizioni nelle quali la partita è stata sospesa, con il tetto chiuso ed una cornice di pubblico da urlo. Il primo game è subito una mini-maratona: Nadal prova a spingere ma Djokovic è solido e non molla il colpo. Si giocano tanti punti lunghi, ai vantaggi, con un paio di vincenti terrificanti per parte, per annullare di volta in volta l’AD avversario. Alla fine, a spuntarla è il maiorchino che, con l’aiuto dello schema servizio in slice-diritto, si porta sull’1-0 in sedici minuti.
Due risposte ficcanti costringono Nole all’apnea, nel turno di servizio, sullo 0-30, e non basta il quattordicesimo ace: Nadal scende a rete, si conquista due palle break e sfrutta subito la prima col gancio mancino sul dritto avversario. 2-0. Da qui il numero uno del mondo trova la spinta giusta, e sulle ali dell’adrenalina mette in piedi una vera e propria masterclass al servizio per andare 3-0. La risposta, di rabbia, arriva subito da Nole: anche per lui game a zero. Rafa continua ad attaccare con continuità, non disdegnando le discese a rete ed onorando l’erba più famosa del mondo con un paio di tocchi di pregio, ma Djokovic rialza il muro da fondo, non sbaglia più e si guadagna subito due palle break: secondo dritto consecutivo in corridoio per Nadal, break recuperato e confermato subito da un turno di servizio solido: 3-3.
Un passante sensazionale di Djokovic fa scattare la prima spia nel settimo game con il 15-15, ma Nadal risale bene con personalità e porta a casa il gioco. Dopo la buona reazione, invece, torna ad appannarsi il serbo, che non riesce a sfondare la difesa avversaria e, complice un doppio fallo, finisce sotto 15-40. Annullata la prima palla break, la seconda è una sinfonia da manuale del tennis in cui si susseguono colpi da urlo: alla fine, è Djokovic a sbagliare il passante più facile, affossandolo in rete e regalando il secondo break consecutivo. Stavolta, però, la fuga di Nadal non rimane un’illusione: al servizio sul 5-3 per prolungare la partita, lo spagnolo incassa due risposte meravigliose lungolinea e ci mette del suo col primo doppio fallo di giornata. Tre palle del contro-break, ma se la prima se ne va con l’attacco di dritto, sono due gratuiti di rovescio a far volare sul 40-40 Nadal. Altro errore banale, in avvicinamento, ed il serbo deve fronteggiare set point: il falco regala l’ace ed il 6-3 a Rafa, che porta la partita al quinto set.

Inizio a marce alte anche per il quinto parziale: Nole non ha nessuna voglia di scherzare e chiude rapidamente, a zero, il primo game, salvo poi provare a ribaltare immediatamente la situazione. Sotto 15-30, Nadal si appella al servizio e trova tre punti quasi gratis: 1-1. Si procede senza patemi fino al 3-3, con Nole a mostrare ancora i muscoli col servizio, mentre Rafa sfodera tutto il repertorio di soluzioni, dai passanti alle smorzate passando per slice e voleé. Il gioco stavolta è più rapido, si scambia meno ed i game centrali sembrano decisamente interlocutori: a zero anche il settimo game per Djokovic che continua a battere benissimo ed a pizzicare gli angoli giusti in uscita dal servizio. Sotto 4-3, la tensione sale per Rafa Nadal che spara fuori il dritto in manovra, ma il carisma non si compra ed il maiorchino ne ha da vendere: situazione di nuovo in parità grazie al violentissimo vincente di rovescio che pizzica la riga. Un doppio fallo allunga però il thriller che arriva ai vantaggi: Nole, un po’ timido, non attacca la rete e lascia il passante in corsa a Nadal, che per poco non compie il capolavoro di dritto lungolinea. La palla è fuori, c’è break point, ma lo spagnolo si fa subito giustizia col servizio. Uno dei punti più belli della partita, coronato da un dritto all’incrocio delle righe, porta avanti Rafa, che chiude ancora col servizio centrale per il 4-4. Contraccolpo psicologico pesante per Djokovic, che in controllo dello scambio sbaglia tre dritti, per lui comodi, consecutivamente, regalando dal nulla due palle per andare a servire per la partita a Nadal. L’ace, eccezionale, annulla la prima, il servizio vincente la seconda, ed ai vantaggi viene premiato il coraggio della dodicesima testa di serie, che attacca la rete ed intasca il 5-4. Come in un eterno rollercoaster, scampato il pericolo da una parte arriva l’allarme dall’altra: Djokovic è profondissimo coi colpi da fondo e Nadal si ritrova sotto 0-30 nel game decisivo. Ancora una volta, però, il fantasma di Ivo Karlovic si impossessa del maiorchino sotto pressione: due servizi vincenti, due ace sulla riga e 5-5 in un baleno. Da qui i servizi non entrano più in discussione fino al 7-6, quando l’incubo di un altro set-maratona inizia a dipanarsi davanti ai contendenti. Un’ottima risposta serba ed un errore di rovescio mandano Nadal sotto 15-30 al servizio, ma ancora una prima in pancia fa risalire il maiorchino, che con altri due servizi mette il 7-7 in cassaforte. Ad annuvolarsi, stavolta, è il cielo di Nole, che fatica dal fondo e, nonostante una difesa miracolosa, mette in rete due colpi in manovra. Il doppio fallo completa il pasticcio: Nadal ha due palle break. Ottima la prima centrale per il 30-40, superbo l’ace che porta il gioco ai vantaggi. Hawk-eye condanna ancora, per pochi millimetri, Djokovic, vittima del tremendo vincente di dritto, ma contro break-point il serbo tira ancora fuori un miracolo col passante correndo indietro. Le quattro parità mostrano un Djokovic ispiratissimo, in spinta costante, capace di piazzare diversi colpi degni del suo nome, ma Nadal non arretra di mezzo passo e si concede sempre una chance in più, fin quando il servizio vincente non permette al serbo di disinnescare la bomba per andare a sedersi sull’8-7. Per la sesta volta nel set lo spagnolo va a due punti dalla sconfitta col 15-30 nel sedicesimo gioco, quando decide di mettere in piedi lo scambio forse più bello della partita, vinto da Nadal dopo una clamorosa apnea, risalendo il campo e chiudendo con lo smash. L’astuzia del serbo però fa la differenza, manda fuori giri il dritto avversario e gli vale il primo match point della partita. 30-40, Rafa si eleva ancora ed annulla la chance con una palla corta da oscar, che corona con due servizi vincenti per l’8-8 di un set incredibile, da annali, che fa alzare in piedi tutto il Centrale.
Nessun timore al servizio, Djokovic va rapidamente al cambio campo e si prepara al nuovo assalto: splendida la risposta, ancora di più la palla corta che espone Nadal al passante di rovescio, e sullo 0-30 è una clamorosa scivolata in recupero a mettere lo spagnolo nella scomodissima situazione di dover fronteggiare tre match point. Basta il primo, con l’errore di dritto incrociato di Nadal, per riportare un commosso Novak Djokovic nell’olimpo del tennis mondiale dopo l’agonia dell’infortunio al gomito: 10-8 al quinto set per chiudere una partita meravigliosa, per certi versi la più bella di questo torneo 2018, che permette al serbo di agganciare la finale, in cui affronterà l’altro “maratoneta” delle semifinali, Kevin Anderson.