Marin Cilic è da molti considerato, sull'erba, l'unico reale antagonista di Roger Federer. Il suo cammino al Queen's sembra confermare l'assunto. Quattro le vittorie conseguite sul verde londinese, frutto di un percorso carico di insidie ma affrontato con sicurezza e personalità. Da Verdasco a Kyrgios, nel mezzo giocatori d'attacco come Muller e Querrey. Un attestato di qualità a cui manca la firma finale. Il croato, lo scorso anno battuto da Feliciano Lopez ma qui già campione, intende lasciare il segno prima di "dedicarsi" a Federer e al tempio della racchetta. 

Oltre la rete, Novak Djokovic. Una versione umana, non per questo da sottovalutare. Nole, senza l'armatura da cannibale apprezzata in passato, appare oggi un giocatore ritrovato. Serve una scossa per dare la spinta definitiva al serbo, pronto ad alzare un trofeo un anno dopo - Nottingham 2017 l'ultima volta. Senza quello scudo di imbattibilità in grado di inibire l'altrui azione, Djoko cerca di trarre spunto dalle difficoltà, di cavalcare dolore e fatica per risorgere più forte.

Differenti principi, si affrontano un giocatore d'attacco come Cilic e un ribattitore straordinario come Djokovic. Un impatto frontale in grado di produrre spettacolo, di regalare equilibrio. La prima testa di serie gode di superiore consenso, non può essere altrimenti. Questione di abitudine, di fiducia. Nole ha però nel bagaglio la vittoria al secondo turno con Dimitrov, impressione di forza in grado di ridurre il gap. Con Chardy e Mannarino, prove non scontate. 

I precedenti sorridono al serbo, in vantaggio addirittura 14-1. Non giocano uno contro l'altro da Parigi 2016 - veloce indoor. Due passaggi su erba, entrambi a Wimbledon. Successi per Djokovic nel 2014 e nel 2015. 

Centre Court Starts At 2:30 Pm
F (1) Marin Cilic VS (WC) Novak Djokovic

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo