Day 12 nella surreale cornice degli US Open, con il torneo americano ormai prossimo alla fine. Nella notte italiana, snocciolati i nomi delle due finaliste: Stephens vince con merito la battaglia contro la rinata Williams, Keys supera nettamente una Vandeweghe mangiata dall'emozione. Oggi - invece - spazio agli uomini: aprono Anderson e Carreno Busta - sfida che noi analizzeremo - chiudono Nadal e Del Potro, match attesissimo.

► L'INCONTRO

La vita, a volte, è davvero strana. Pablo Carreno Busta ha ribaltato il suo modo di concepire il tennis nel giro di due anni. Nel 2015 bazzicava ancora nel limbo dei Challenger, ora - nel 2017 - è a giocarsi una semifinale Slam. In mezzo, tanta gavetta ed una sorte che gli ha sorriso dopo vari infortuni - su tutti l'ernia al disco scoperta nel 2013, che lo ha costretto a 7 mesi di stop per evitare dolorose e gravi complicazioni. I due anni successivi sono anni transitori, con l'iberico che veleggia intorno alla 50° posizione, poi l'esplosione nel 2016 - anno chiuso alla 30esima piazza - ed un 2017 fantastico. Quarti al Roland Garros, semifinale ad Indian Wells, finale a Rio e titolo all'Estoril. Tennista che fa della gavetta il suo pane quotidiano, Pablo si ispira a Ferrer più che a Nadal, con un gioco che sprizza grinta da tutti i pori. Servizio discreto, unito ad una spinta offensiva costante ed una difesa generosa e fruttuosa. Carreno si gode il meritato premio, sarà top ten prossima settimana. A New York ha battuto Kinh, Norrie, Mahut, Shapovalov e Schwartzman. Tutti successi convincenti, vinti senza perdere un set.

Anderson - Fonte: @USOpen / Twitter

Kevin Anderson vive nell'ombra, schiva il lato mediatico del tennis e punta soltanto a migliorarsi. Il sudafricano tiene in mano le speranze e la voglia di trionfi di una nazione intera, vasta come la sua anima. Gli infortuni ed una tenuta mentale non eccelsa, hanno offuscato una carriera che poteva vederlo fisso in top 10. Top ten che aveva raggiunto nel 2015, prima di un 2016 travagliato, con due infortuni: uno alla caviglia ad inizio, l'altro all'anca alla fine, che lo ha costretto a rinunciare a Brisbane ad inizio 2017. Dopo Roma, la svolta: ottavi al Roland Garros e Wimbledon, sommati ad ottimi risultati che lo hanno trasportato intorno alla top-30. Servizio potentissimo, seconda in kick difficile da leggere, più un gioco da fondo che nulla ha da invidiare ai grandi: dritto solido al fulmicotone, rovescio con cui si difende più che bene. 

Carreno Busta - Fonte: @USOpen / Twitter