Inizia la settimana, e con essa torna il consueto Spazio Challenger curato dalla redazione tennis di VAVEL Italia. Mentre Simone Cappelli vi farà volare tra Slovenia e Cina, noi ci concentreremo sul continente americano: due i tornei del circuito appena conclusi.

Il Nordic Naturals Challenger di Aptos, California, metteva in palio 100.000 dollari di montepremi sul rovente cemento nordamericano. Tanti i volti noti allo start: da Kraijcek a Bemelmans, passando per Kukushkin, Groth ed i tanti giovani come Bublik e Santillan.
Ricomponiamo tutto con ordine. Nello spicchio inferiore di tabellone avanza fino ai quarti Sam Groth: l’ex-numero 53 atp batte in rimonta uno speciali­sta della superficie come Fratange­lo, superando poi, ancora al terzo, il navigato taiwanese Yung. Ai quarti, invece, quasi due ore sono bastate per avere ragione di Akira Santillan, sconfitto 7-5, 7-6 dopo aver superato Thompson e King nei turni precedenti.
Contro lo statunitense, in semifinale, Alexander Bublik, che conferma la sua ottima annata approfittando del buco lasciato dal connazionale Kukushkin, eliminato da Novikov. 6-1, 6-4 per il next-gen kazako, che nei primi due turni aveva avuto la meglio su Krueger e Laaksonen.
Nel secondo spicchio, invece, ad uscire subito è Ruben Bemelmans. Per il belga, fatale il 3-6, 6-2, 6-4 incassato da Broady. Il ventitreenne britannico, dopo l’agevole vittoria su De Loore, approda ai quarti di finale e, con un doppio 6-4, si libera anche di Raymond Sarmiento, a sua volta aguzzino di Quentin Halys nel turno precedente.
K.O. all’esordio anche per John Millman, uscito perdente dal derby anglofono con Mackenzie Mcdonald, trionfante con un 6-0 abbastanza laconico nel set decisivo. Stesso destino per Jaziri contro Krajicek, a sua volta escluso da Taylor Fritz. Davanti al pubblico amico, l’americano ha la meglio su Sandgren per conquistarsi la semifinale, ma è poi costretto a cedere (7-6, 6-3) proprio a Broady.

Finale carica di pathos quindi per la sfida tra Liam Broady e Alexander Bublik: il match, però, almeno in quanto a durata ed equilibrio, delude le attese. Il classe ’97 è in versione express e taglia le gambe ad ogni pretesa di titolo dell’avversario sin da subito. 6-2, 6-3 in poco più di un’ora per il next-gen kazako di origine russa, che centra il carreer-high nel ranking (104) ed il secondo titolo stagionale dopo quello conquistato nel Challenger di Morelos.

Montepremi nettamente inferiore (50.000 dollari) invece per il torneo di Bucaramanga, in Colombia, dove continua la lunghissima stagione della terra rossa. Ovviamente, tabellone principale zeppo di specialisti della superficie: il padrone di casa Falla, ad esempio, che vanta anche una sfida contro Federer a Wimbledon, ma che non va oltre il secondo turno: bene su Gonzales, meno contro Linzer, che passa al terzo per poi cedere, in quarti, ad Arguello. L’argentino vola in semifinale senza perdere un turno, per ritrovarsi contro il cileno Gonzalo Lama, autore di un exploit a questo livello: prima l’upset in primo turno di un tennista esperto come Estrella-Burgos, poi le vittorie, sempre al terzo, su Salamanca e Clezar, a loro volta vincenti su Uribe e Sorgi nei turni precedenti. Nella parte alta del tabellone, invece, tanti nomi pesanti a scontrarsi: su tutti Joao Souza e Gastao Elias, che tengono fede alle due teste di serie ed arrivano agevolmente a scontrarsi nei quarti di finale: molto meglio in campo il portoghese, che con esperienza e classe la porta a casa per 6-1, 6-3. Fuori categoria, però, la testa di serie numero uno: Guido Pella, numero 75 del ranking, ha dimostrato in passato, soprattutto in questa superficie, di poter essere competitivo a ben altri livelli (career-high 39esimo nel Ranking ATP). Per il 27enne argentino questa lunga immersione nei challengers sta portando vittorie e fiducia, ed anche questa volta la storia non cambia: vittorie agevoli su Romboli, Varillas ed Evan King, sconfitto 7-5, 6-4 dopo aver eliminato il dominicano Hernandez-Fernandez in precedenza. Il possibile derby argentino in finale però si tramuta da sogno a realtà: Pella piega con un doppio 6-3 la resistenza di Elias, mentre Facundo Arguello riesce a domare Lama con altrettanta comodità (6-0, 7-6).  In finale, però, non c’è storia: troppo esperto e troppo a suo agio, sulla terra ed in Sudamerica, Guido Pella, che si aggiudica il titolo col punteggio di 6-2, 6-4.  Per lui, dopo Milano, è il secondo Challenger in stagione, l’undicesimo della carriera.