Stagione sin qui sontuosa sulla terra rossa per Rafael Nadal. Come dubitare di un tennista che su questa superficie si trasforma, abbandonando i comuni mortali, spodestando l' Olimpo dei più grandi. Al Roland Garros non è mai uscito senza il trofeo in finale, fatta eccezione per una volta, quest' anno ha concesso 29 game totali agli avversari, cercando addirittura di riscrivere un record di un certo Bjorn Borg che vige dal 1978; allora lo svedese ne perse 27. 15-3 è il vantaggio che il maiorchino possiede su Wawrinka, autore nel 2015 dell' unica vittoria sulla terra contro di lui ai BNL d' Italia.
Passante maniacale, difesa impressionante, lungolinea preciso, dritto esplosivo, palla goccia come solo lui sa fare. Tennista in grado di destreggiarsi nel migliore dei modi in situazioni di difficoltà, mentre a fondo campo tutte le giocate possibili ed immaginabili sembrerebbero compromesse, riesce a sfruttare una situazione, un' imprecisione avversaria per risollevarsi e contrattaccare. In questo senso, qualora Wawrinka non riuscisse a limitare i propri errori emersi già nel match contro Murray, allora Nadal assumerà le vesti di un predatore assetato della decima vittoria al torneo francese, bissando i trionfi a Barcellona, dove in finale sconfisse proprio Dominic Thiem.
Per l' austriaco, la sconfitta in semifinale è soltanto il culmine delle disfatte contro il mancino di Manacor; sia in Catalogna, dove ha scavalcato Federer in tornei vinti in un ATP 500 (18), che a Madrid, quando eguagliò Djokovic nel numero di Master 1000 (30), Rafa non ha permesso neanche di strappare un set. I due tornei spagnoli hanno segnato il tris, aggiungendosi al Master di Montecarlo nel quale superò il connazionale Ramos-Vinolas. I numeri parlano chiaro: uno schiacciasassi, affamato di vittorie, consapevole dei propri mezzi, di dover sfruttare il momento, perché in caso di decima avrebbe la possibilità a Wimbledon di tornare numero uno del seeding. Il riposo di re Roger sta per terminare, il periodo no di Nole anche, ci sarà da considerare anche Murray che vorrà fare bella figura dinanzi ai suoi beniamini, il solito Stan e il fatto che lo spagnolo manca dall' ultimo atto del torneo più prestigioso da 6 anni. Un passo alla volta. Wawrinka non ha mai fallito una finalissima; 3-0 il conto per lo svizzero che non vuole fermarsi proprio ora. Appuntamento a domani ore 15.