Il pubblico francese lo aveva lasciato un anno fa sul Philippe-Chatrier dopo una prestazione in finale contro Djokovic entrata di diritto negli annali di questo sport. Trecentosessantacinque giorni dopo, lo stesso pubblico ritrova un Wawrinka molto diverso, in altalena tra spettacolari vincenti di rovescio ed errori non forzati banali che rischiano seriamente di far diventare lo svizzero il primo giocatore nella storia del Roland Garros ad uscire all'esordio da campione in carica. L'avversario di turno è Lukas Rosol, il peggiore se entri in campo con l'obiettivo di tastare la tua condizione e di provare tutti i tuoi colpi, visto che il ceco con il suo tennis uno-due è sempre imprevedibile (per conferma chiedere a Nadal visto che qualche anno fa battè proprio il maiorchino a Wimbledon).

L'inizio di match è una dimostrazione di quanto detto sopra: Wawrinka si trova costretto a fronteggiare (e annullare) immediatamente una palla break nel primo turno di battuta, preludio di ciò che accade poco più tardi nel quinto gioco quando, alla terza palla break, Rosol strappa il servizio allo svizzero e si porta a condurre sul 3-2. Tutto meritato per il numero 59 al mondo, che comanda la maggior parte degli scambi dal fondo con i suoi colpi pesanti e rischiosi, mentre in risposta si inventa soluzioni vincenti quando Stan non mette dentro la prima palla. E non trema nemmeno quando va a servire per il set, nonostante lo 0-30, attaccando e  venendo a prendere a rete il primo parziale con il punteggio di  6-4.

A questo punto Wawrinka capisce che non può più scherzare oggi e alza molto il suo livello di gioco nel secondo parziale, riuscendo finalmente a strappare il servizio a Rosol nel terzo game, sfruttando qualche errore in più del suo avversario e replicando nel quinto, ristabilendo così la parità nel conto dei set con questo rapido 6-1. Ma quando ci si aspetta finalmente uno Stan che azzanna la partita, ecco che Rosol ritorna in auge sfruttando un nuovo passaggio a vuoto dello svizzero e si issa immediatamente 3-0 all'inizio del terzo parziale, con addirittura due possibilità del doppio break nel quarto gioco, annullate stavolta dal numero due elvetico. Ma ancora una volta il braccio non trema quando, sul punteggio di 5-3 a suo favore, si trova a servire per il nuovo sorpasso e, complice qualche errore banale di Wawrinka, Rosol riesce a portarsi avanti, vincendo il parziale per 6-3.

E per lunghi tratti del quarto set si ha la sensazione che sia Rosol il giocatore messo meglio, tennisticamente e di testa, visto che nel primo game il ceco riesce a rimontare un pericoloso 0-40 con coraggio, ma nell'ottavo game non si ripete e Wawrinka riesce a strappargli il servizio e a rimandare i conti al quinto set. Qui finalmente vengono fuori l'esperienza e il peso di classifica dello svizzero, che domina il parziale (più di quanto non dica il 6-4 finale) grazie ad un break chirurgico nel terzo gioco che gli permette di condurre in scioltezza le danze, perdendo a mala pena cinque punti in battuta, e chiudendo col brivido dopo tre ore e dieci minuti di gioco.