Nel tardo pomeriggio spagnolo - ore 18.30 - Novak Djokovic affronta, sul Manolo Santana, Andy Murray, in palio il titolo sul rosso di Madrid. Il serbo approda alla finale del torneo dopo un successo - meno semplice rispetto alle previsioni della vigilia - con Kei Nishikori, in due set, mentre Murray si presenta all'ultimo atto grazie all'affermazione con Nadal. Una vittoria che nobilita il percorso del britannico - maltrattato a lungo dallo stesso Nadal a Monte-Carlo - e mette pepe sulla partita alle porte. 

Djokovic - dopo la sconfitta con Vesely all'esordio a Monte-Carlo - vuol rimpinguare il suo bottino sulla terra e parte con i favori del pronostico. Nole vanta 22 vittorie in 31 sfide col britannico. I due si trovano per la seconda volta in stagione. A Melbourne - finale dell'Australian Open - tre set a zero per il serbo. L'ultimo sigillo di Murray in Canada, anno 2015. 

Percorso netto per Djoko sul rosso. Al Roland Garros, sempre nel 2015, Nole esce forte dai blocchi, sale due set a zero prima di patire il ritorno di Andy. Al quinto poca storia, 61 Djokovic. Nel 2011, a Roma, semifinale sul filo dell'equilibrio, con il prolungamento del terzo a decidere l'incontro, sempre in favore di Djokovic. Infine, nel 2008, a Monte-Carlo, imperioso 60 61 di bandiera serba. 

Il n.1 al mondo approda in finale senza concedere un set. Dopo l'esordio soft con Coric, un ottavo in carrozza con Bautista Agut. Nei quarti, 63 64 a Raonic, con il colosso canadese impotente al cospetto del muro di gomma costruito da Nole. In semi, come detto, un match ad alto contenuto con Nishikori, con il nipponico a lungo al fianco di Djokovic. 

Simile discorso per Murray. Un piccolo passaggio a vuoto con Stepanek in avvio di torneo - 76 36 61 - poi una crescita evidente, in termini di tennis e fiducia. Implacabile con Simon, chirurgico con Berdych, sublime con Nadal. Ora - a Murray - serve la partita perfetta, di pensiero e di azione.