La programmazione della stagione 2016 di Roger Federer è stata resa nota pochi giorni fa proprio dal fuoriclasse svizzero, che ha elencato quali tornei giocherà e quali invece non disputerà per cercare di rimanere in forma per tutto l'anno, soprattutto nella fase - intensissima - che prevede in rapida successione le Olimpiadi e gli Us Open di New York. Per questi motivi Fedexpress ha scelto di saltare tutti e tre i Masters 1000 sulla terra rossa, da Montecarlo a Roma, passando per Madrid. Una decisione che ha già fatto molto discutere, anche perchè l'elvetico starà lontano dai campi di gioco da metà marzo (Indian Wells) fino all'ultima decade di maggio, quando prenderà il via il Roland Garros.
E' stato lo stesso Federer a spiegare le motivazioni che lo hanno indotto a stilare questo tipo di calendario: "La pausa di due mesi? Di certo non significa che passerò tutto il mio tempo in vacanza. Forse mi prenderò una decina di giorni di riposo dopo Indian Wells, ma il resto sarà interamente dedicato a dure sessioni di allenamento. In questo modo sarò prontissimo per affrontare al meglio il Roland Garros. Giocherò tra i sedici e i venti tornei, non sono moltissimi in realtà, ecco perchè sarà importante essere competitivo in ognuno di essi. Partirò per vincere il più possibile, e ciò vale ovviamente anche per Parigi, gioco sempre per vincere. Cercherò solo di prendermi cura del mio corpo, di preservare energie fisiche e mentali per tutto ciò che seguirà la pausa post Indian Wells. In poche settimane ci sono infatti il Roland Garros, Halle, Stoccarda, Wimbledon, le Olimpiadi, Toronto, Cincinnati e gli Us Open. Si giocherà davvero tantissimo la prossima estate e con questo tipo di programmazione penso di poter avere ancora energie per il finale di stagione".
Federer si è poi soffermato sulla regola dei venticinque secondi tra un punto e l'altro, spesso violata dal suo grande avversario Rafa Nadal: "Rafa in passato era più lento tra un servizio e l'altro, ora ha leggermente accelerato. Il punto è che non c'è un orologio dove veder scorrere i secondi, quindi si tratta di una regola flessibile, il che non è necessariamente un male, perchè a volte il punto si conclude a rete e c'è bisogno di più tempo per tornare a fondo campo e prepararsi alla battuta. Quello che non mi piace è vedere avversari che sbagliano la prima di servizio e si prendono troppo tempo prima della seconda. Non sono contrario all'introduzione dello shot clock, purchè sia utilizzato con la giusta flessibilità. In realtà sarebbe sufficiente applicare la regola già esistente. Il problema è anche che ci sono giocatori che superano continuamente i venticinque secondi tra un punto e un altro, ma al massimo ricevono uno o due avvertimenti dall'arbitro. Gli arbitri cercano di essere comprensivi con i giocatori, ed è qualcosa che tutti noi apprezziamo, tanto è vero che ormai non si vedono quasi più grandi discussioni tra arbitri e tennisti. E' importante, anche perchè il nostro sport è eleganza, capirsi reciprocamente, rispettarsi. Ma magari in futuro potrebbe essere più divertente per tutti evitare che il gioco si interrompa troppo spesso, in maniera incontrollata".