Continua la strada di Andy Murray all'ATP Masters 1000 di Montreal: lo scozzese va alla caccia del terzo titolo in terra canadese dopo quelli del 2009 e del 2010 (con il primo che gli permise di raggiungere il numero 2 nel ranking). Agli ottavi di finale ha battuto in due set, con il risultato finale di 6-3 6-2 il lussemburghese Gilles Muller in una partita non del tutto equilibrata, nel quale il numero 46 del mondo ha giocato quasi alla pari il primo set, specialmente all'inizio, prima di crollare fisicamente e mentalmente di fronte a un avversario più forte.

Aveva lasciato molto ben sperare il primissimo game del match, quando Muller si è trovato anche una palla-break sulla racchetta, non sfruttandola e permettendo a Murray di tenere il servizio: quest'ultimo ringrazia e gioca una gara con pochissimi errori, con concretezza e giocando in maniera diretta. Il break che decide tutto arriva nel quarto set e vale il 3-1, nell'unico turno di servizio del primo set abbastanza combattuto: per ben tre volte (due lo scozzese, una il lussemburghese) chi serve lascia l'avversario a zero, concedendo un solo punto in altri quattro casi. Murray è bravo a strappare il servizio nel momento giusto e poi a condurre sui propri turni in battuta, anche se il numero 46 del mondo non fa brutte figure, ma dimostra di poter stare al suo posto alla sua prima partecipazione a Montreal, confermando quanto di buono mostrato con Monfils.

Murray però è un altro giocatore e nel secondo set lo dimostra, strappando immediatamente il servizio nel primo game e tenendo a zero Muller, che combatte nel secondo cercando una risposta che non arriva. Dopo un altro turno di servizio tenendo a zero il lussemburghese, lo scozzese trova il secondo break nel quinto game, ma stavolta Muller col cuore riesce a recuperare contro-breakando. Idillio che dura pochissimo: nel game successivo il numero tre del mondo si riprende ciò che aveva conquistato nel gioco più combattuto della gara complici anche tre doppi falli dell'avversario, per poi chiudere i conti al servizio, con un ace decisivo.

Un Murray ordinato dunque, che non ha bisogno di strafare ma che gestisce bene e chiude la pratica in un'ora e cinque minuti di gioco. Ora lo scozzese attende il vincitore della sfida tra Tsonga e Tomic, da favorito nella sua parte bassa del tabellone.