Tanto tuonò che piovve. E ad aver tuonato, una volta tanto, è stato Pep Guardiola che in occasione della chiusura del ritiro a Riva del Garda del Bayern Monaco aveva tirato fuori non tanto le solite vecchie ruggini con il club di appartenenza precedente, quanto informazioni personali sullo stato delle cose che regolava fino a qualche mese fa un rapporto non più basato su stima e gratitudine reciproche tra sé e il Barcellona.
Guardiola in sostanza ha ritenuto fosse giunto il momento di liberarsi da questi fantasmi catalani, ombre che hanno minato anche il suo legame d'amicizia pluriennale con Tito Vilanova, però probabilmente lo ha fatto nel momento meno opportuno visto che a 5 min. esatti dalla sua filippica ha espressamente chiesto alla dirigenza bavarese di mobilitarsi per prendere Thiago Alcantara proprio dal Barcellona. Quel suo aver sentenziato "Voglio Thiago Alcantara. Voglio lui, o nessun altro " alle orecchie di Rummenigge e Sammer è suonato come un imperativo categorico che non avrebbe ammesso deroghe. E così è stato.
Però non è stato subito detto-fatto come alcune testate giornalistiche italiane hanno fatto credere, la Gazzetta dello Sport in primis. Bisognava per prima cosa ricucire quello strappo che rischiava di diventare incidente diplomatico tra Monaco di Baviera e Barcellona, in secondo luogo capire se potersi inserire nella trattativa già avviata tra Barça e Manchester United per il giocatore, dopodiché negoziare una cifra plausibile e comunque ben oltre i 18 milioni della clausola rescissoria.
Il risultato di tale operazione è giunto finalmente ieri in serata e la trattativa si è perfezionata mediante un contratto quadriennale al talento purissimo (eletto miglior giocatore, tra le altre cose, del recente Europeo Under 21 in Israele) nato a San Pietro Vernotico e figlio d'arte (il papà, come noto, è il famoso mediano brasiliano di Lecce e Fiorentina Mazinho) e 25 milioni (20 + bonus) versati direttamente nelle casse blaugrana. Thiago Alcantara è a tutti gli effetti un giocatore del Bayern Monaco.