Sembrava praticamente conclusa già a gennaio la trattativa per il giovane brasiliano Felipe Anderson, ma già in quell’occasione la dirigenza biancoceleste, riducendosi all’ultimo minuto utile della finestra di mercato invernale, non riuscì ad aggiudicarsi il giocatore. La colpa fu subito addossata al famoso fondo inglese detentore del 50% del cartellino. Si trattava del gruppo “Doyen Sports”  possessore in passato dei cartellini di Falcao e del neo blaugrana Neymar, nomi ben più importanti del giovane centrocampista del Santos. Eppure in quelle occasioni si trattava di cifre molto più alte, ma i problemi non sembrano essere sorti.

La stagione è proseguita con un girone di ritorno sotto le aspettative e il decantato Anderson, che (forse) tanto avrebbe fatto comodo a Petkovic,  era atteso a Roma per l’estate. Almeno questo è ciò che si aspettavano i tifosi. O forse no? Forse no perché ormai buona parte dei tifosi biancocelesti è abituata a queste situazioni, basta ricordare le trattative apparentemente  inoltrate e quasi concluse della gestione Lotito: Yilmaz ed Honda, per non scavare troppo nel passato. La verità è che Anderson era atteso a Roma  in estate anche perché le dichiarazioni di Tare da febbraio ad oggi facevano presagire questo. Invece la trattativa “inaspettatamente” ha subito una battuta d’arresto.

Tare, che si era recato in Brasile per concludere l’ormai decantato acquisto, non è riuscito a portare in Italia il brasiliano. Da lì a poco le prime dichiarazioni “d’amore” di Anderson verso il club biancoceleste, ma Tare rimane in Brasile. Sembrava trattarsi di un problema economico, la Lazio offriva 8,5 milioni, ma il Doyen Sports rifiutava l’offerta. Contrasti fra le controparti sorgevano anche per quanto riguarda la rateizzazione del pagamento. I problemi con il fondo inglese allora erano tutt’altro che risolti.

Nel frattempo Felipe Anderson affermava con decisione di voler sbarcare a Roma e dichiarava di essere pronto a rivolgersi alla FIFA per sbloccare la situazione. Contemporaneamente sul fronte biancoceleste Lotito, il presidente di Serie A con più cause per mobbing, affermava: “ Anderson trattato come un ostaggio” e l’agente del giocatore, Stefano Castagna, rincarava la dose: “Dobbiamo combattere con dei banditi”.

La situazione è durata fino a ieri quando il Santos, in una nota ufficiale, ha dichiarato che lo stesso club ancora non ha raggiunto un accordo con la Lazio e che la trattativa ha subito una battuta d’arresto a causa delle richieste avanzate dal gruppo Doyen Sports. La risposta della Lazio non si è fatta attendere e il responsabile della comunicazione Stefano de Martino ha dichiarato: “Il comunicato del Santos è puro tatticismo. Tra mercoledì e giovedì dovremmo chiudere in un modo o nell’altro […] Il mercato ovviamente non è bloccato”. L’ultimo atto della telenovela è andato in scena oggi quando voci provenienti del brasile lasciano aperta una speranza per la trattativa che dovrebbe concludersi lunedì prossimo. Nessuno naturalmente si è stupito di come è stata condotta l’operazione e tutti sono consapevoli che, a questo punto, si può concludere come rinunciare.