Fino a non più di sei mesi fa, tra la vigilia e l’inizio della sessione di mercato invernale, un intenso pour parler aveva fatto circolare il suo nome sulle prime pagine dei giornali sportivi, già al centro di telefonate di cortesia arrivate agli uffici di Torre del Grifo e provenienti da entrambe le sponde di Milano. L’elevata percentuale di realizzazione nei calci di punizione e una dimestichezza sempre maggiore con il ruolo di regista rendono Francesco Lodi, a quasi trent’anni, una potenziale risorsa utile ai club di prima fascia nel nostro campionato.

Acquistato tra il gennaio e l’estate 2011 dall’Empoli con l’allora ad Pietro Lo Monaco per una cifra che si aggirava sul milione, Lodi si è da subito affermato come uno degli innesti meglio riusciti nella recente storia del club rossazzurro, sia per il suo bagaglio tecnico, che lo configura come un’individualità importante per le soluzioni vincenti sulle palle inattive e gli permette ad oggi di giocare con successo in un ruolo per lui difficile da immaginare fino a qualche anno fa, sia per il suo feeling immediato con la piazza e il suo attaccamento alla causa rossazzurra.

Il destino, e vuoi anche il fatto che non sia riuscito a “spaccare” da giovanissimo all’Empoli in serie A dopo un’ottima stagione in cadetteria e a lasciare il segno nella successiva esperienza ad Udine, vuole che il centrocampista napoletano abbia cominciato a vedere la luce del paradiso del calcio nazionale solo dopo una lunga gavetta in cadetteria con il Frosinone (20 gol nel 2007-08) e lo stesso Empoli. Meglio tardi che mai, si direbbe, a maggior ragione adesso che Francesco potrebbe vedersi schiudere le porte di un club importante tra i confini nazionali.

Siamo ancora nella fase embrionale del mercato in proiezione al prossimo campionato, fino al 31 agosto può succedere di tutto, ma di Inter e Milan, cui eppure il suo nome continua ad essere accostato, non c’è traccia. Su di lui non c’è stata nessuna mossa, nemmeno verbale:  lo ha dichiarato giorni fa il presidente Pulvirenti. Possono stare tranquilli i tifosi rossazzurri come è tranquillo del resto il giocatore, che ha sempre considerato Catania la sua dimensione perfetta, a maggior ragione dopo un rinnovo importante del contratto fino al 2016 siglato lo scorso ottobre.

Ma il giocatore può davvero entrare concretamente nelle grazie di Inter e Milan? Sarebbe veramente una pedina adatta ad inserirsi nei rispettivi gruppi e negli schemi? Trascorrerà l’intera estate ignorato da tutti, alla faccia dei suoi 18 gol su rigori e punizioni in due anni e mezzo e di un’adattabilità tattica non indifferente? Oppure c’è qualche altra compagine che potrebbe realmente considerarlo un tassello perfetto nel proprio mosaico e pertanto farsi sentire in futuro?

Domande e spunti di riflessione comuni a molti, cui ci sentiamo di rispondere nella maniera che segue, cominciando dalle prime. Ad oggi, Lodi, nonostante gli importanti progressi fatti negli ultimi anni e l’oggettivo merito di competere per traguardi importanti, non sembra avere l’identikit capace di indurre Galliani e Branca al passo decisivo: questo soprattutto in una fase storica in cui entrambe le politiche societarie, con sensibilità più o meno diverse circa la possibilità di rafforzarsi attingendo dall’esterno, sono rivolte prioritariamente ai giovani. Non sarebbe inoltre in sintonia con il credo tattico che Allegri continuerà a praticare nel Milan (a meno che non rivedrà qualcosa nei propri schemi dopo il desiderio di Berlusconi di vedere un gioco più arioso) e con quello che Mazzarri imposterà nell’Inter. Il tecnico rossonero, indifferentemente dall’adozione del 4-3-1-2  e del 4-3-3, già dai tempi del Cagliari predilige avere in mediana davanti alla difesa un giocatore che abbia fondamentalmente il requisito della prestanza e della sostanza fisica in fase di interdizione, e in seconda battuta la tecnica e le geometrie che siano di supporto ad un gioco basato sul dinamismo e sviluppato prevalentemente palla a terra: così si potrebbe spiegare, al di là dei problemi fisici che lo limitarono allora, l’anno incolore di Pirlo nella prima stagione del livornese a Milanello e il suo successivo svincolo, prima di venire tirato a lucido e ritrovarsi alla Juventus. L’ex napoletano, invece, a prescindere che importi o meno il proprio 3-5-2, vuole in mediana giocatori che sappiano combinare la qualità alla quantità, in particolare al ritmo: non c’è spazio per i registi, tantomeno dal fisico longilineo e non molto rapidi proprio come Lodi.

Anche la canonica risposta di pancia del suo ammiratore più accanito non si allontanerebbe affatto da quella ad oggi più logica circa il suo appeal nel mercato, nel senso che qualcuna per Lodi si farà pur sentire. Ed è più probabile che, prima o poi, lo faccia la squadra che tra le prime 10 in Italia potrebbe avvertire presto l’esigenza di un regista: la Fiorentina di Vincenzo Montella. Sì, proprio lui che, dopo il progetto tattico su di lui rivelatogli da Gasparin ai tempi dell’Udinese, si è preso la briga di metterlo nella mischia come play basso nella linea mediana del 4-3-3, più avanti trasformato spesso in 3-5-2. Sembrava un’idea irrealizzabile, ma ben presto si è rivelato un esperimento riuscitissimo, che si potrebbe riproporre come certezza se la Viola dovesse essere la nuova casa di Lodi, soluzione ad oggi appetibile per colmare la partenza di David Pizarro, per nulla da escludere.

Se son fiori fioriranno, se sarà Viola pure, ma non è tempo per gli scenari floreali. Non ancora, o forse non lo sarà mai, chissà. Francesco Lodi si gode le meritate vacanze dopo la stagione più importante nella storia del Catania, sulla quale non è certo mancata la sua firma. Il popolo rossazzurro dal canto suo si coccola il numero 10, ma tra poco più di un mese a Torre del Grifo si comincerà a sudare per alzare l’asticella e guardare ad un altro risultato sportivo importante: quello di smaltire la sbornia (semmai ci fosse) e confermarsi. Lui si farà trovare lì, pronto a lavorare per un’altra stagione positiva.