Il valzer degli allenatori. Un caotico, vorticoso avvicendarsi sulle italiche panchine. La guida tecnica mediaticamente più attraente del giocoliere funambolico, del centravanti dominante. Da Milano a Roma, fino a Napoli. Ore di incontri, summit, decisioni. Si aspetta, si freme, si scruta. In attesa di fumate bianche, accendiamo i riflettori su uno dei top player che abbandonerà presto il nostro campionato, Edinson Cavani.

 

Arrivato al San Paolo, via Palermo, il matador, è entrato nel cuore dei tifosi partenopei a suon di gol, corsa, abnegazione. Su e giù per il campo a rincorrere gli avversari, a incitare i compagni. Poi i gol. Una caterva di gol. Il saluto in lacrime prima tra le mura amiche, poi con l'ultimo sigillo nella sconfitta romana. Ha riportato il Napoli in Champions, nella massima competizione europea, ed ora è pronto a lasciare, per affermarsi nel gota mondiale. I grandi club del vecchio continente sono tutti in fila per l'uruguaiano, desiderosi di accaparrarsi uno dei più forti finalizzatori in circolazione. Due su tutti. Due città, simbolo di football. La ricca Manchester, sponda City, e la focosa Madrid. Lo sceicco vuole Cavani ad ogni costo. Pronto a far follie, a sborsare l'intera clausola rescissoria, come confermato dallo stesso De Laurentiis. Ma il Real è in agguato. Perché Ancelotti, la normalità, la pacatezza, dopo il periodo speciale, stravede per il bomber e lo vorrebbe con sé per rendere grande il suo nuovo progetto. Carletto e Edinson per portare la decima al Bernabeu, per riuscire laddove anche il mago Josè ha fallito. Il tecnico avrebbe già anche contattato l'agente del giocatore per sondarne la disponibilità. Cavani e Benzema, due prime punte stellari, con Higuain in partenza, destinazione forse Juventus Stadium.

 

Ma come si calerà il fuoriclasse di Salto in realtà dominate da forti personalità, piene zeppe di prime donne, come Manchester e Madrid? Nell'assolata Napoli è ed era leader indiscusso, il giocatore con cui confrontarsi, da cui non si poteva prescindere. Si giocava con lui e per lui. Si correva e si combatteva per lui. Tutti per Edinson, perché Edinson può portarci in alto. Era più o meno questo l'input che spingeva i suoi compagni. Situazione impraticabile nei lidi del futuro. Difficile ipotizzare un C.Ronaldo, un Ozil, un Nasri o un Silva disposti a sacrificarsi per lui. Si troverà sullo stesso piano degli altri, senza privilegi. Dovrà conquistarsi fiducia e rispetto. E potrebbe non bastare. Perché giocatori affermati, di tal portata, a fatica accettano di veder ridursi il proprio spazio a favore dell'ultimo arrivato. Dovrà compiere l'ultimo passo per diventare grande. Dimostrare di adattarsi a una realtà non prona al suo cospetto, ma ostica da domare. Il passaggio consisterà in una crescita mentale più che tecnica. Per essere campionissimi, bisogna saperlo essere ovunque. Anche nelle arene più torride. Altrimenti si resta talenti di “provincia”. Pochi mesi e il matador risponderà.