La cifra è di quelle stratosferiche, che solo sceicchi, emiri o petrolieri possono permettersi. Infatti, l'ingaggio che Yaya Tourè percepirà nei prossimi quattro anni dal secondo club di Manchester è a dir poco faraonica, visto che si tratta di 53 milioni di euro.

Negli ultimi tempi, i ''mal di stomaco'' del giocatore ivoriano si erano fatti sempre più frequenti: forse per un rapporto non idilliacocon Mancini, forse per l'enorme distacco con lo United, tanto che si era parlato di un interesse del Psg per la prossima stagione. Ebbene, ecco che il patron dei Citizens, lo sceicco Mansour, ha tranquillizzato il fenomeno africano, proponendogli un contratto da oltre 13 milioni di euro all'anno (circa 11 milioni di sterline) fino al 2017; il giocatore non ci ha pensato troppo, e improvvisamente i malumori delle scorse settimane sono stati metabolizzati grazie all'effetto dei petrodollari arabi. Sarebbe stato insostenibile, per il City, perdere il principale artefice dei successi degli ultimi anni, insieme, chiaramente, all'allenatore italiano.

La dirigenza del club non è soddisfatta del secondo posto in campionato e, soprattutto, della prematura eliminazione in Champions, tanto che, per il futuro, pensa a dei nomi nuovi per la panchina. Uno di questi è sicuramente Michael Laudrup, autore di un'ottima stagione con lo Swansea (ha conquistato addirittura la Carling Cup), sul quale grava una clausola rescissoria di 10 milioni; l'altra alternativa forte è invece l'olandese Frank De Boer, che ha avuto una carriera stupenda da difensore e che ora, da allenatore, si appresta a vincere l'Eredivisie con l'Ajax per la terza volta consecutiva.

Il ripiego sarebbe l'attuale manager del Malaga Manuel Pellegrini, che tuttavia non convince moltissimo. Resta il fatto che, se così fosse, il siluramento di una guida vincente ed esperta come Mancini è una decisione che andrebbe quantomeno rivista, dal momento che è anche grazie al tecnico jesino se i Citizens sono tornati a vincere qualcosa di importante dopo oltre quarant'anni.