C'eravamo abituati troppo bene. Tifosi e non. In questi anni la Juventus ha sofferto poco, perso ancor meno. Vedere i bianconeri eliminati dalla Coppa Italia fa specie, soprattutto quest'anno. Leggermente in calo, la Juventus era infatti reduce da un lunghissimo filotto di imbattibilità nazionale che durava da inizio stagione. Un motivo che ha spinto gli addetti ai lavori a ritenere inaffondabile questa formazione, caduta però ieri sera sotto i colpi di un'Atalanta famelica e devastante in avanti. Con tutte le scusanti del caso, una serie infinita di infortuni a cui s'è aggiunto ieri quello di Chiellini, la prestazione messa in atto ieri sera non è stata all'altezza della Juventus, di questa Juventus.

Scesi in campo con il 4-3-3, la Juventus ha subito lasciato la manovra all'Atalanta, ripetendo quanto visto contro la Lazio. Gli orobici hanno provato ad aggredire i bianconeri e in più occasioni si sono dimostrati pericolosi. L'assestamento della fase centrale di primo tempo ha però parzialmente rasserenato il cielo dei tifosi bianconeri, ignari di quello che sarebbe successo da lì a pochi minuti. L'infortunio di Chiellini al ventisettesimo ha infatti fatto tornare tutti sulla terra. Con Rugani in campo e Caceres ancora poco rodato, Allegri si è ritrovato costretto a spostare De Sciglio al centro, lanciando a destra Joao Cancelo. Il portoghese ha subito dato spinta in avanti, costringendo spesso Castagne e Palomino agli straordinari.

Bene in avanti, l'ex Inter e Valencia non ha però confermato la stessa attenzione in fase difensiva. E' suo infatti l'errore che ha generato il vantaggio atalantino, un bel tiro di Castagne imparabile per Szczesny. La Juventus è frastornata e lo si vede appena due minuti dopo, quando è Duvan Zapata a fare 2-0. Il bomber di casa conferma il suo ottimo momento di forma andando a realizzare un goal da vero attaccante. I bianconeri scricchiolano pesantemente e non si scuotono nemmeno nella ripresa, come se mancassero di quel plus in più per sbloccare le sfide. La loro gara è la fotocopia di quella vista contro la Lazio, con l'unica differenza che l'Atalanta è squadra famelica e concentrata. Il definitivo KO alla sfida è il goal di Zapata all'86', nato dall'ennesimo svarione difensivo di un De Sciglio malcapitato centrale.

Al di là del risultato e dell'eliminazione, questa sconfitta porta in dote delle riflessioni. La prima è l'emergenza difensiva. Senza Chiellini, il cui infortunio è da valutare, la Juventus ha solo Rugani e Caceres come centrali di ruolo. Il primo manca ancora del piglio giusto per guidare la difesa, l'uruguayano deve ancora migliorare. Ci sarebbe De Sciglio, che da centrale adattato non ha convinto. Altro aspetto da considerare è la mancanza di alternative a Pjanic. Senza il bosniaco, la manovra della Juventus ne risente in brillantezza e originalità. Nemmeno il tentativo di alzare Dybala al centro del tridente ha funzionato. L'argentino lotta come un leone ma non riesce a creare gli spazi giusti per l'inserimento dei suoi compagni.

C'è poi l'aspetto forse più importante. La Juventus soffre maledettamente quando viene pressata. Non è un caso che è spesso andata in difficoltà quando ha incontrato squadre capaci di mantenere alto il ritmo. Per superare questo problema, i bianconeri hanno spesso fatto leva sul superiore tasso tecnico, proponendo un palleggio fluido e molto veloce. Se questo manca, ecco che la Juventus torna a essere una formazione normale. Temibilissima, ma normale. Un aspetto su cui Allegri dovrà lavorare sarà sicuramente questo, considerando anche che la prossima avversaria di Champions League, l'Atletico Madrid, è diventata famosa proprio per questo modo di giocare.