Laurent Blanc conosce bene il nostro calcio. Da calciatore ha vestito la maglia dell'Inter dal 1999 al 2001, da tecnico ha spesso dovuto confrontarsi con la realtà del Belpaese. Intervenuto in esclusiva a La Gazzetta dello Sport, il francese ha inizialmente parlato suo PSG: "In Champions devi essere perfetto da ogni punto di vista, per vincere. Ogni debolezza viene sfruttata dall’avversario. Il Psg viene a Napoli forte di un attacco eccezionale, ma è evidente che Cavani non ha lo stesso gioco di Neymar e Mbappé. Toccherà a Tuchel mettere Edinson a suo agio. Fare in modo che tre giocatori del genere siano compatibili è anche una questione di volontà dei giocatori e dell’allenatore. Ma non conosco allenatori cui non piacerebbe avere questi problemi".

Importante il passaggio su Buffon e Verratti: "Gigi è un grande professionista. Credo invece sia una fortuna per Areola, così può migliorarsi e crescere ancora. Verratti non riesce a migliorare, anche se rimane un giocatore eccezionale. È stato frenato dagli infortuni. La pubalgia gli ha fatto saltare l’Europeo e il fatto non aver giocato il Mondiale l’ha penalizzato. E poi credo che gli manchi uno come Thiago Motta che sapeva esaltarne le qualità".

Laurent Blanc ha infine parlato dei prossimi avversari del PSG, i partenopei allenati da Carlo Ancelotti. Il francese non risparmia complimenti al tecnico ex Real e Milan: "Ancelotti è riuscito a migliorare una squadra che gioca bene da qualche anno, rigenerando molti giocatori con un’idea precisa di gioco offensivo che parte dal portiere e arriva fino a quei due davanti, Insigne e Mertens, molto pericolosi. Ma in generale calcio italiano è riuscito a cambiare, avete dominato negli Anni 90, ma poi siete finiti in un tunnel. Ora ne siete usciti cambiando nel modo giusto, senza rinunciare alla vostra cultura tattica, ma aggiungendo mentalità offensiva e creatività. I risultati si vedono anche n Europa. Sono molto legato alla Serie A, sono pronto ad ascoltare proposte ambiziose, sia di progetti di rilancio o da perfezionare. Sono rimasto fermo un paio d’anni, ma ho respinto varie nazionali perché ho voglia di vivere il calcio quotidianamente. Mi piacerebbe farlo anche in Italia, un paese che amo. Da voi c’è la passione che mi motiva".