"Mihajlovic è un buon allenatore, ha fatto cose importanti, specialmente alla Sampdoria. Con noi ha vissuto un anno e mezzo, partito bene, finito malino. Abbiamo fatto una campagna acquisti importante ma c'è stata poca continuità e pochi punti. C'è stima per la persona e l'allenatore e avrà occasione di dimostrarlo, con noi lo ha dimostrato in parte. Le cose sono andate meno bene di quanto ci aspettavamo a inizio campionato". 

Testo e parole di Urbano Cairo, che ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport ha parlato in mattinata tra passato, presente e futuro del suo Torino. Da Mihajlovic a Mazzarri, il quale ha rilevato il serbo sulla panchina dei granata non più tardi di qualche giorno fa e ha esordito sabato a pranzo con una confortante vittoria sul Bologna di Donadoni. Queste le motivazioni che hanno spinto a scegliere il toscano. 

"Ho pensato a lui nel 2007 quando lo incontrai personalmente. Era già impegnato con la Sampdoria e dunque non venne. Ha fatto cose bellissime e mi è rimasta la voglia di prenderlo. In questo caso, era libero, e dunque è arrivato l'accordo. E' un allenatore che ho sempre stimato molto per la sua determinazione, per il lavoro meticoloso sui giocatori e per la qualità del gioco. Per noi è importante lanciare giovani e migliorare giocatori già presenti".

Foto Torino Twitter

Riguardo gli aspetti che più lo hanno colpito di lui, il numero uno del club piemontese ha successivamente proseguito: "Ho rivisto il Mazzarri che vedevo in tv, ho visto un uomo totalmente focalizzato e concentrato in partita ma anche in allenamento. L'ho visto molto attento a ogni singolo dettaglio e ai vari calciatori. I dettagli sono fondamentali e vanno curati in modo maniacali e in lui ho visto questo".  

Un Cairo che non si accontenta della buona classifica del suo Toro - ventotto punti, a ridosso della zona Europa League - ma che punta direttamente alla qualificazione: "L'obiettivo che avevamo per il biennio era questo. Però ora più che guardare all'obiettivo finale dobbiamo pensare di fare più punti possibili. Non ci ha portato fortuna parlare di Europa fino a questo momento. Mazzarri è molto ambizioso e in testa tutti abbiamo un obiettivo, ma diciamolo meno e facciamo di tutto per ottenere più punti possibili anche per i nostri tifosi che sono straordinari".

Dalla panchina alla rosa, con la cessione di Belotti - al di sotto delle aspettative in questo scorcio di stagione - che torna a far parlare di sé: "Pentito? No, sono contento di averlo tenuto perché era una specie di patto fatto anche con i nostri tifosi. Era un impegno preso che andava rispettato. Dopo di che, ha avuto un po' di sfortuna, ma spero che lui possa tornare a fare ciò che faceva lo scorso anno. Ha tantissima voglia e credo che con Mazzarri, allenatore molto attento con gli attaccanti, possa tornare a rendere al meglio. Ha fatto segnare un po' tutti e l'unione con Mazzarri gli porterà sicuramente bene".

Stesso dicasi di Niang, prima di chiudere con una battuta su Okaka che si è candidato ad un ritorno in Italia: "Potrà rilanciarsi molto perché aveva già fatto bene con Mihajlovic in alcuni sprazzi e poi contro il Bologna abbiamo visto un'ulteriore crescita. Okaka? Non è una trattativa avviata, assolutamente no. La nostra prima punta è Belotti e Niang può essere un'alternativa. Quando hai già un titolare e un'alternativa, non penso di prendere un giocatore importante come lui per farlo giocare pochi minuti. Ne parlerò bene con Petrachi e con il mister che sarà coinvolto nella campagna acquisti una volta che avrà valutato bene la rosa".