"Si comincia dal non prenderle". Un motto calcistico tutto italiano, per alcuni diventato una vera e propria filosofia, che effettivamente ha trovato diversi riscontri nel susseguirsi dei vari campionati di Serie A: quasi sempre, a vincere lo Scudetto è stata la squadra capace di subire il minor numero di gol rispetto a tutte le altre pretendenti. Riferendoci alla storia recente, basti pensare alla Juventus, che ha costruito sei anni di successi consecutivi sul trio composto da Barzagli, Bonucci e Chiellini, coadiuvato dal sacrificio in fase di non possesso dei vari centrocampisti e attaccanti cambiati nel tempo. Proprio l'addio del membro al centro della famosa difesa sembrava aver mandato in crisi Madama in quest'avvio di stagione. Più di recente, però, la svolta. Nel frattempo, invece, l'Inter ha iniziato a collezionare diverse clean sheet e, con tutti i suoi difetti, arriverà allo scontro diretto all'Allianz Stadium da capolista.
I nerazzurri hanno vissuto un'estate di profondi cambiamenti, non tanto per la composizione della rosa - che comunque ha ricevuto degli innesti fondamentali -, ma per quello che c'è dentro i giocatori. L'arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina ha dato una quadratura al Biscione, che all'improvviso ha riscoperto, grazie ad un contesto favorevole predisposto proprio dal tecnico toscano, un rendimento nuovo e migliore nella maggioranza dei propri calciatori, soprattutto proprio nel pacchetto arretrato. Basti pensare a Joao Miranda, centrale difficilmente messo in discussione, ma troppo spesso protagonista di situazioni complicate fino alla scorsa stagione e quest'anno a ricoprire la veste del professore. Al suo fianco un alunno modello, Milan Skriniar, giunto fra gli scetticismi a causa dell'elevato prezzo per il cartellino, che nel frattempo potrebbe però essere già raddoppiato: a suon di sette in pagella, lo slavo si è guadagnato gli applausi del pubblico ed adesso è chiamato ad un altro crash test importante, dopo essere riuscito a disinnescare Dries Mertens al San Paolo.
Riferendoci all'ambito del lavoro dell'allenatore, per una volta forse l'abbondanza non è stata utilissima come al solito a Massimiliano Allegri. Il mister - anche lui - di origine toscana ha impiegato un po' di tempo in questi primi mesi stagionali a trovare un assetto definitivo rispetto a quanto ha fatto il suo collega di cui sopra, obbligato invece alla scelta dalla scarsità di opzioni a sua disposizione. A Vinovo comunque, alla fine, fra i vari contendenti al posto da titolare si è imposto su tutti Medhi Benatia, addirittura eletto MVP del mese di novembre dai tifosi della Vecchia Signora, grande protagonista di questo periodo di 360' senza subire reti dei torinesi fra tutte le competizioni, ancora in corso ed iniziato nelle partite con Barcellona, Crotone, Napoli ed Olympiacos. Il marocchino andrà dunque ad occupare con continuità nel corso dell'annata - e, a meno di sorprese, anche domani - la casella al fianco di Giorgio Chiellini, certezza di vecchia data del nostro calcio, dal rendimento da sempre ottimo.
Non è affatto semplice dire, adesso, quale delle due difese sia in senso stretto la migliore. Entrambe le squadre poggiano il proprio pacchetto arretrato su una base solida e carismatica, quella del portiere: per i lombardi c'è Samir Handanovic, che tutti conosciamo come uno dei migliori estremi difensori del campionato, dall'altro lato - vista l'assenza quasi certa di Buffon - vedremo Wojciech Szczesny, che si pone su un livello molto simile al pariruolo sloveno. In generale però i due sistemi puntano su coppie centrali assortite in maniera molto similare: un centrale esuberante fisicamente e tendente alla ricerca dell'anticipo, oltre che bravo coi piedi (Benatia o Skriniar), un altro più d'esperienza, bravo e rapido a posizionarsi al posto giusto al momento giusto (Chiellini o Miranda).
In fase di non possesso l'Inter si posiziona con un 4-4-1-1 in cui è Borja Valero a portare la prima pressione sugli avversari; i due difensori sono quasi sempre "coperti" dal lavoro sulla zona centrale dei due mediani. Sarà interessante vedere come Spalletti gestirà il problema dei movimenti fra le linee di Dybala (o chi per lui), con la sua marcatura a zona: pensare di schermare l'argentino è molto difficile con uno dei due centrocampisti, al contempo potrebbe essere rischioso cercare ogni volta l'uscita di uno dei due centrali, accettando in questo modo l'uomo-contro-uomo con Higuaìn. Un'altra determinante impazzita potrebbe essere quella dei duelli aerei di Mario Mandzukic: il croato è un'arma importante che i bianconeri hanno a disposizione e i loro avversari dovranno stare molto attenti sulle seconde palle. In fase di possesso invece bisognerà essere abili tecnicamente per eludere l'organizzatissimo blocco di pressione dei campioni d'Italia, presumibilmente la scelta preferita in tal senso sarà lo sbocco su una delle due corsie.
La Juventus sarà invece chiamata a risolvere quelle disattenzioni che hanno caratterizzato negativamente - ovviamente solo in parte - il suo inizio di stagione. Sulle palle inattive, ad esempio, i milanesi dispongono di una batteria di saltatori pericolosissimi; in generale il sistema sfrutta bene l'overproduzione di Candreva (re degli assist in campionato, ne ha già collezionati sette) con i movimenti di Icardi e, talvolta, anche i pericolosissimi tagli di Perisic. Ma anche sui tiri da fuori ci vorrà copertura costante, con uno come Vecino che spesso viene chiamato a concludere dai compagni dopo ottimi inserimenti. Costruendo la manovra invece la presenza di Mandzukic potrebbe essere preziosa per un portiere discretamente preciso nei rinvii come Szczesny, togliendo comunque degli impedimenti alla difesa. Fondamentale sarà anche il compito degli esterni alti in ripiegamento - e si potrebbe dire lo stesso per gli avversari - nell'assorbire le sovrapposizioni dei terzini oppositori, grazie anche al supporto dei mediani.
In conclusione, ci aspettiamo sicuramente un atteggiamento prudente da parte dell'Inter, con un baricentro basso atto a gestire al meglio tutte le situazioni con cui il pericolosissimo attacco bianconero (41 gol già segnati in campionato) pone a confronto. Dall'altro lato l'atteggiamento generale della Juventus dovrebbe essere simile, ma probabilmente l'idea è quella di partire forte - come Allegri preferisce sempre nei big match e non solo - per poi cercare di avere un vantaggio da difendere. Spalletti chiederà dunque attenzione massimale: per un big match così atteso, è il minimo. Sperando che lo spettacolo comunque non ne risenta troppo.