Napoli-Juventus sarà l'ennesimo capitolo di una sfida sentita da ormai decenni, ma che negli ultimi anni è tornata a valere una grande fetta di scudetto. Mai come quest'anno le due squadre si sono scambiate di ruolo: i partenopei sono primi in classifica, ancora imbattuti e con la miglior difesa; i bianconeri inseguono a quattro lunghezze di distanza e possiedono il miglior attacco del campionato. Il mondo alla rovescia. Se per il primato il merito è tutto del Napoli, per l'inversione di miglior difesa e miglior attacco le ragioni vanno cercate tra le fila della Juventus che da quest'anno ha cambiato filosofia, almeno fino a due partite fa.

Il Napoli non ha cambiato nulla rispetto allo scorso anno. Insigne-Mertens-Callejon è la filastrocca che i tifosi azzurri vanno ripetendo da ormai una stagione e il folletto belga è diventato in pochi mesi un elemento imprescindibile per l'offensiva napoletana. Estro, rapidità d'esecuzione e capacità di segnare da qualsiasi posizione caratterizzano il modo di giocare di Mertens, perfetto centravanti nello schema studiato da Sarri, che prevede un centravanti moderno capace di leggere alla perfezione i movimenti dei suoi compagni d'attacco e di farsi trovare sempre (non ogni tanto, proprio sempre) nella posiziona giusta. Ciro, come viene simpaticamente soprannominato dalle parti di Fuorigrotta, è però anche un ottimo uomo assist, tanto che gli ultimi passaggi sono un numero quasi uguale a quello delle marcature. Questa caratteristica è ovviamente retaggio della sua carriera da esterno/seconda punta al PSV e al primo Napoli, ma è anche sintomo dell'intelligenza tattica di un calciatore in continua evoluzione. Chiaramoci, però, Mertens è attualmente uno dei più forti attaccanti in circolazione, ma non è perfetto, ha anche lui i suoi difetti. Il numero quattordici, infatti, soffre quando affronta difese fisicamente più forti di lui, come quella della Juventus.

Il folletto belga infatti ha uno score abbastanza negativo contro i bianconeri, che seppur privi di Bonucci hanno mantenuto la stessa fisicità nella linea difensiva, comprensiva anche di lettura sugli anticipi. Contro di loro, Mertens, ha realizzato appena due reti in undici incontri, entrambe arrivate da subentrato, quando la difesa era comprensibilmente più stanca e lui con la sua rapidità poteva metterla più in crisi del solito. Domani sera quindi, il numero quattordici sarà chiamato ad una prova di maturità e l'assenza di gol che dura da ormai tre giornate, record negativo da quando gioca come vertice alto dell'attacco sarriano, dovrà essere forzatamente interrotto, anche perché il Napoli, senza i gol del suo Ciro, fatica.

Il gol di Mertens nel 2014, ad ora l'unico segnato in campionato ai bianconeri.

Discorso diverso, totalmente diverso per l'ariete dell'attacco bianconero. Tutti, ivi compresi noi, aspettavano Higuain a guidare l'attacco della Juventus, ma l'infortunio alla mano ha complicato i piani di Allegri e modificato i nostri, perché in campo scenderà con ogni probabilità Mario Mandzukic. Il croato, dopo un anno passato a fare l'esterno d'attacco e a sacrificarsi in nome dell'equilibrio di squadra, è finalmente tornato a fare il centravanti e già nella gara di domenica sera contro il Crotone ha trovato la via della rete, di testa ovviamente. Il colpo di testa è uno dei punti di forza del guerriero croato e abbiamo visto nel match contro i calabresi come con lui in campo i cross provenienti dalle fasce diventino molto più pericolosi. Contro difese chiuse il numero diciassette bianconero rappresenta il grimaldello perfetto, ma nella partita contro il Napoli serviranno anche le sue abilità tecniche e tattiche, visto che verosimilmente la Juventus penserà prima a neutralizzare l'attacco partenopeo per poi ripartire in contropiede.

Mandzukic ha mostrato in questo anno disputato sulla fascia sinistra e, raramente, su quella destra, di saper leggere alla perfezione il movimento della squadra e di capire quando accentrarsi o quando allargarsi. Ovviamente, partendo stavolta dal centro dell'attacco, i movimenti dovranno essere diversi, e volti alla ricerca della posizione di vantaggio sul proprio marcatore. Con la sua forza fisica, il croato, dovrà vincere il duello individuale con Koulibaly per poter fornire ghiotte occasioni agli accorrenti Dybala, Costa o Cuadrado, ottimi rifinitori sulle seconde palle lavorate da Mandzukic. Il numero diciassette è quindi probabile che funga più da sponda e da uomo d'area, aprendo spazi agli inserimenti alle sue spalle che contro il Crotone, tolto quello di Matuidi nel primo tempo, non sono avvenuti a causa del bunker creato dai rossoblu.

Il movimento che spesso vedremo venerdì: Mandzukic lotta sulla seconda palla, fa da sponda e intanto Dybala parte alle sue spalle sfruttando il buco.