Pochi mesi fa, durante i quarti di finale, Juventus e Barcellona si affrontarono in una gara che consacrava i bianconeri in Europa e che al tempo stesso relegava i catalani fuori dalla Champions e con la sola Liga a disposizione da vincere. Un tre a zero a Torino ed un pareggio a reti bianche in quel di Barcellona. Poi è arrivata l'estate dei grandi addii. Quello di Bonucci e Dani Alves da un lato e quello di Neymar dall'altro. Poi è tornato il calcio giocato. E con lui, Juventus-Barcellona.
Stavolta nessuna eliminazione diretta, ma il primo posto del girone come premio conteso e vinto, giustamente, dal Barcellona con un turno di anticipo. I corsi e ricorsi storici sono ritornati, invertendo quanto accaduto ad aprile: andata a Barcellona e tre a zero per la squadra di casa; ritorno a Torino ed un pareggio che ha fatto contenti i catalani di Valverde. Tuttavia, le sfumature giocano un ruolo fondamentale, quasi predominate, su quest'ultima partita che mantiene la Juventus al secondo posto del girone, ma che vede ridursi le lunghezze sullo Sporting Lisbona, vittorioso tra le mura amiche contro l'ormai eliminato Olympiakos.
Il Barcellona ha schierato una formazione particolare, quasi conservativa e con Messi lasciato a riposare in vista dello scontro diretto con il Valencia secondo in Liga. La Juventus ha dovuto far fronte all'infortunio di Chiellini occorso nella mattinata antecedente la partita. I bianconeri premevano con paura, attaccavano con anarchia, complice anche un Higuain che pensava più a cadere che a giocare. Douglas Costa è apparso molto lucido nelle fasi di attacco e difesa, ma comunque imbrigliato nella morsa della difesa azulgrana. Questo forse è una delle note quasi positive della partita: un Douglas Costa che ha imparato a ripiegare oltre che ad attaccare. A fare il lavoro sporco, insomma. Altra nota positiva è stata la difesa: Benatia si è rivelato un vero muro, capace di arginare Suarez con la solita foga ed aggressività tipica del difensore marocchino. Più intimidito, ma altrettanto ottimo, anche Daniele Rugani che probabilmente salva il risultato sull'incomprensibile passaggio in mezzo di Digne a tu per tu con Buffon. Ebbene, dopo i tre gol presi dalla Sampdoria, la difesa bianconera è riuscita a non subirne alcuno dal Barcellona (contando solo il ritorno, ovviamente). Suona paradossale, ma tant'è.
Guardando la partita complessivamente, il Barcellona rimaneggiato ha tenuto testa senza troppi patemi ad una Juventus orfana del solo Chiellini. Una Juventus che non ha avuto grandissime occasioni, salvo quella di Dybala ad un minuto dalla fine. Una Juventus mai realmente pericolosa, sembrava quasi che stesse sbattendo contro un muro. Piqué ed Umtiti hanno preso subito le misure ad Higuain, il quale doveva scendere verso la linea mediana per toccare qualche pallone. Dybala e Costa, giocatori a tutto campo, hanno creato qualche flebile pericolo, ma la prova difensiva del Barcellona è stata ineccepibile. Ci si aspettava qualcosa di più dalla Juventus contro questo Barcellona, una prova di riscatto o quantomeno una replica degli ultimi minuti con la Sampdoria. Così non è stato. I catalani hanno controllato e gestito la partita con tranquillità, senza mai attaccare e senza mai affondare il colpo nonostante le occasioni. Come una squadra che si accontenta del pareggio. Situazione analoga per la Juventus, una squadra a cui bastava un comodo pari per la qualificazione. Cosa che, numeri alla mano e matematica permettendo, non è avvenuta.