Seconda sconfitta in campionato, quattordici gol subiti di cui dieci in trasferta, a Vinovo sta iniziando a suonare qualche allarme. La Juventus non è impermeabile come negli anni passati, ma dalla partita di ieri pomeriggio contro la Sampdoria si evince molto bene che il grande problema non è nella retroguardia, additata da tutti come colpevole. Dare la colpa alla linea difensiva è come guardare il dito quando qualcuno ti indica la luna.
Nel match di ieri la retroguardia comandata da Chiellini e Rugani si è ben comportata e i tre gol non subiti non devono ingannare, altrimenti si torna all'adagio di cui sopra. Nonostante il cambio sulla sinistra tra Alex Sandro ed Asamoah, il ghanese appare definitivamente recuperato, e un Lichsteiner che sembra pronto a lasciare il campo a De Sciglio e Howedes, la linea non ha mai traballato realmente e i tre gol, soprattutto il primo, eventi che poco centrano con la solidità della retroguardia. Certo, la facile obiezione riguardo la rete del vantaggio doriano è dire che Lichsteiner è stato sovrastato da Zapata, ma c'era davvero qualcuno che vedeva quel duello come pari? Il gol dell'1-0 nasce quindi dalla svirgolata di Bernardeschi e in precedenza dalla mancata spazzata di Asamoah, che ricorda in maniera sinistra quella non eseguita da Evra due anni fa contro il Bayern Monaco, ma non c'è errore di sistema, casomai di singoli.
E' però in occasione del secondo gol che viene fuori il problema di questa Juventus, o perlomeno quello che ieri ha causato la sconfitta dei bianconeri: il centrocampo. Pjanic e Khedira, pessimo anche sul terzo gol ma poi ci torniamo, non hanno mai offerto un valido schermo alla propria difesa, lasciandola scoperta su ogni seconda palla del match. La linea mediana della Sampdoria, composta da tre uomini stretti in quindici metri più il trequartista che non si allontana mai troppo da loro, ha messo sotto sia tatticamente, ma soprattutto atleticamente la coppia bianconera. Il gol di Torreira nasce dal primo rimorchio di Ramirez, seguito poi dall'inserimento del centrocampista uruguagio che si insinua indisturbato tra i due mediani juventini, impossibilitati fisicamente a bloccare tutti i tagli dei colleghi doriani, ma con un Pjanic comunque in colpevole ritardo di posizionamento. In occasione del terzo gol, c'è poco da dire: Khedira si ferma a protestare per una fantomatica spinta con l'avversario che gli passa davanti indisturbato e insacca da venti centimetri dalla linea di porta. La foto perfetta per descrivere la prestazione di ieri del centrocampo juventino: fermo, molle, distratto e con la testa altrove. Un comportamento inaccettabile e ben fotografato dal consueto cinguettio post-partita del tecnico bianconero.
Se a questo aggiungiamo un Mandzukic svogliato e ancora in ritardo di condizione, un Bernardeschi scomparso dopo il primo quarto d'ora ed un Higuain non letale sotto porta, la frittata è fatta. La realtà dei fatti è che Allegri dovrebbe pensare ad un altro cambio di modulo, il quarto in altrettanti anni, e tornare ad un centrocampo a tre che dia più solidità alla squadra, con buona pace di tutti i giocatori offensivi che dovranno fare la lotta per trovare un posto da titolare.