Alla fine il generale Mihajlovic ha dovuto cambiare la sua tattica. Alla fine dell'anno scorso aveva infatti impostato la sua squadra per iniziare a passare al 4-2-3-1, secondo cambio di modulo in due anni dopo il 3-5-2 e il 4-3-3. Nel mercato estivo dunque la società ha plasmato il mercato in modo da dare, in teoria, gli uomini giusti al tecnico serbo per rendere le sue idee efficaci. La cosa però non è riuscita. Niang è stato troppo evanescente, Ljajic da trequartista non ha la stessa costanza che da ala (e i movimenti sull'esterno li ha mantenuti intatti anche da centrale). Infine ci si è messo anche l'infortunio del Gallo Belotti. Il centroavanti è stato sostituito con Sadiq, con scarsi risultati però. Miha non ha voluto mettere Niang in posizione avanzata, nonostante in passato abbia fatto la punta e il nigeriano è rimasto a secco. Tutto questo ha portato a dei pareggi poco gratificanti con Hellas Verona e Crotone, squadre che lottano per non retrocedere. La sconfitta con la Fiorentina per 3-0 ha lanciato un messaggio chiaro: "O Mihajlovic cambia rotta o la società cambia tecnico".
Ecco dunque che l'ex tecnico del Catania, per la sfida fondamentale contro il Cagliari, ha deciso di tornare all'antico, rimettendo in atto il 4-3-3 ed è tornata anche la vittoria, che non arrivava da un mese. Il pareggio poi a San Siro con l'Inter ha detto senza troppi giri di parole che il vecchio modulo attualmente funziona meglio. La difesa non ha subito variazioni, ma è il come ci si difende che è cambiato, con un filtro davanti alla difesa e due ali che devono rientrare maggiormente, visto che ora il mediano è uno e non doppio. Il centrocampo a tre sembra maggiormente incisivo, come detto lo schermo davanti alla retroguardia sembra fondamentale, con le due mezzali che devono sia dare sostanza che aiutare in fase offensiva. Così si è potuto assistere alla riscoperta di Obi, titolare in entrambi in match e anche a segno contro il Cagliari grazie ai suoi inserimenti.
L'attacco sembra essere molto più a suo agio con un tridente classico. Iago Falque è tornato lo Iago Falque dell'anno scorso, facendo l'ala con il centroavanti come punto di riferimento e senza più il trequartista, che sembrava solo confondere le idee. Cross importanti e gol, visto che l'ex Roma è andato a segno sia col Cagliari che con l'Inter. Dall'altro lato Ljajic è decisamente più costante agendo sulla sinistra. I suoi movimenti sono quelli tipici dell'esterno e rimetterlo nel suo ruolo naturale gli ha permesso di tornare incisivo. Questo ha permesso di sopperire a un Belotti tornato dal problema al ginocchio e quindi non al meglio. In tutto questo il grande escluso è Niang, l'acquisto più costoso dell'era Cairo, ma che per ora non ha reso come da aspettative, diventando una delle ali di riserva. Il 4-2-3-1 probabilmente in futuro verrà riproposto, forse quando il francese sarà al top della forma. Sta di fatto che per ora il vecchio vince sul nuovo.