È arrivato a Torino dopo un corteggiamento lungo un anno, e si è capito subito perché Massimiliano Allegri lo volesse così decisamente. Un paio di settimane di apprendistato e poi subito in campo a portare esperienza internazionale e sostanza, quella che serviva nel centrocampo bianconero. Blaise Matuidi si è preso la Juventus, come hanno fatto in precedenza tanti suoi connazionali, da Platini a Trezeguet, passando per Zidane, Thuram e Deschamps. A Le Figaro, il centrocampista ha spiegato come la scintilla fra lui ed il mondo juventina sia scoccata subito: “Mi ha impressionato tantissimo la sala trofei. La vista di tutti quei successi ti riempie gli occhi con 35 scudetti e 2 Champions League. Si rischia di non sapere dove mettere nuovi trofei”. Poi prosegue con la descrizione dei suoi primi giorni a Torino: “Non mi aspettavo dei carichi di lavoro così pesanti, basta trascorrere una settimana per capire il motivo dei successi della Juventus. Quando si cambia squadra e ancora di più nazione, occorre del tempo per adattarsi. Per questo non mi aspettavo di trovarmi così a mio agio fin dall'inizio: adoro la mia nuova vita in bianconero. E anche la mia famiglia è contenta. Quando vedo che i miei figli cominciano a parlare italiano, capisco di aver fatto la scelta giusta. È una grande esperienza anche per loro”.
Fondamentale è stato l’inserimento nello spogliatoio: “Gigi Buffon mi ha accolto alla grande mettendomi subito a mio agio. Non lo conoscevo personalmente prima di venire qui, mi ha messo a mio agio subito e quando ho firmato è stato uno dei primi a inviarmi un messaggio per darmi il benvenuto”. Come detto, tantissimi francesi sono passati da queste parti: “Al mio arrivo mi hanno ricordato tutti i francesi che hanno scritto la storia del club, Michel Platini, Zinedine Zidane, David Trezeguet, Didier Deschamps o Thierry Henry. Ne ho parlato anche con Patrice Evra e Paul Pogba: hanno avuto parole splendide per la Juventus. È un'istituzione che ha scritto la storia e i miei connazionali hanno fatto cose molto buone in bianconero. Quello è anche il mio obiettivo”.
Infine, un commento su uno dei talenti più cristallini della Juventus, finito nel mirino della critica: “Paulo Dybala è ricco di talento, andrà molto lontano specialmente se si considera che ha 23 anni. Nonostante la giovane età è già diventato il leader tecnico di una squadra come la Juventus: grandioso”.