Dopo la vittoria contro il Cagliari, il pari di San Siro contro l'Inter di Luciano Spalletti, una delle squadre più in forma in questo momento di tutto il campionato. Le ultime due partite del Torino non possono che aver lasciato soddisfatto Sinisa Mihajlovic che ha recuperato Belotti e allo stesso tempo rinsaldato una panchina che prima della gara contro i sardi sembrava scricchiolare. Colpa, come sempre, della mancanza di risultati.
Il serbo, però, a partire dalla gara contro la squadra di Lopez, ha deciso per un ritorno al passato dal punto di vista del modulo. Messo da parte il 4-2-3-1 e Niang, il ritorno al 4-3-3 ha permesso alla squadra di essere più solida ed equilibrata, soprattutto a centrocampo, senza perdere in pericolosità offensiva. In più il gruppo sembra aver ritrovato certezze dal punto di vista tattico e segue le indicazioni del proprio allenatore che aveva chiesto una partita coraggiosa alla vigilia della trasferta di Milano. Messaggio recepito dalla squadra e riproposto sul campo, con il Torino in grado di pressare in avanti la squadra di Spalletti, senza permetterle giocate facili o situazioni di gioco con troppo tempo per pensare. Molto interessante soprattutto la scelta di chiedere ai terzini, Ansaldi e De Silvestri, di attaccare ogni volta che fosse stato possibile farlo per costringere Perisic e Candreva a correre anche indietro, per evitare di lasciare le fasce in inferiorità numerica.
Le corsie esterne sono comunque la zona di campo dove questo Torino ha più qualità. Ljajic parte da sinistra, ma quando i granata attaccano è libero di andare a trovarsi la posizione che preferisce, mentre dall'altro lato Iago Falque può provare ad andare sul fondo o a stringere verso il centro, come nel caso della rete del momentaneo vantaggio. Interessante anche evidenziare come la squadra dal punto di vista mentale abbia retto al ritorno dell'Inter, soprattutto dopo il pari di Eder, con la spinta dei 70mila di San Siro tutta dalla parte della squadra di Spalletti. La traversa di Vecino sarebbe stata una prodezza individuale in caso di gol, non la conseguenza di un crollo di squadra in seguito al pari subito. Anzi, nei minuti di recupero il Torino aveva ancora la forza fisica e mentale per giocare in avanti, alla ricerca della riconquista del pallone, o comunque con l'intenzione di non lasciare facili giocate all'avversario. Da tutto questo servirà ripartire dopo la sosta delle Nazionali.