Esordisce in Champions League a nemmeno 17 anni, segna il suo primo goal con la maglia del Milan a 18. Poi il trasferimento al Benfica, dove si perde; cerca di ritrovarsi a Palermo e Pescara, inutilmente. Si presenta l’opportunità Atalanta, con Gian Piero Gasperini che sa come rigenerare i talenti assopiti, e rinasce, fino a conquistare la chiamata in Nazionale maggiore da Giampiero Ventura.
È questa la carriera in estrema sintesi di Bryan Cristante, classe 1995, al quale sono state addossate troppe responsabilità troppo presto. Ai tempi della Primavera del Milan veniva accostato ad Andrea Pirlo, debutta in prima squadra sul palcoscenico internazionale della Champions League e segna in Serie A alla sua seconda presenza – tra l’altro all’Atalanta – sotto la guida di Massimiliano Allegri. In Portogallo le cose non vanno come si sperava: acquistato per 6 milioni di euro, colleziona 20 presenze totali in un anno e mezzo con il Benfica, quasi mai partendo da titolare. Allora ritorna in Italia, ma né al Palermo – 4 presenze in tutto – né a Pescara – 18 gettoni fra campionato e Coppa Italia - il centrocampista ritrova il percorso intrapreso. Poi, come detto, arriva il treno che si chiama Atalanta, guidato da quel Gian Piero Gasperini capace di riscoprire ed esaltare il talento come nessun altro.
12 presenze e 3 goal da gennaio a maggio dell’anno scorso, bottino già raggiunto in questo primo mese e mezzo di stagione, compresa la rete all’Everton in Europa League e quella alla Juventus, l’ultima, che è valsa un punto prezioso in rimonta; ancora in prestito per tutta la stagione, poi, se vorrà riscattarlo, la Dea potrà farlo a circa 4 milioni, per un giocatore che vale almeno 5 volte tanto. Ora è arrivata anche la convocazione in Nazionale per le gare contro Macedonia e Albania, decisive per il destino azzurro verso il Mondiale di Russia; il C.T. Giampiero Ventura ha scelto lui per sostituire l’infortunato Pellegrini e c’è da scommettere che Bryan Cristante non deluderà le aspettative.