La trasferta europea è ormai alle spalle. Pari prezioso a Lione, conseguente primato nel girone con quattro punti in due partite. L'attenzione torna ora sulla massima serie, a poche ore di distanza, l'Atalanta è chiamata a una partitissima, particolarmente sentita in terra bergamasca. In estate, intrecci di mercato e scaramucce a distanza, il caso Spinazzola ad incrinare un asse piuttosto caldo. La Juventus approda a Bergamo, forte dell'affermazione di Champions e al momento perfetta in campionato. Sei su sei, una marcia trionfale.

Difficile, per l'Atalanta, assorbire impegni a distanza ravvicinata. Difficile giocare a più tavoli. La condizione, specie mentale, è però in crescita e via via Gasperini ritrova pedine preziose. Manca Toloi, si riaffaccia Ilicic, possibile variabile nell'imminente confronto. Il tecnico valuta un atteggiamento più prudente, per contenere le sfuriate sulla trequarti della Juventus. Nessun assaltatore quindi, ma tre giocatori di forza in grado di recuperare palla e riavviare l'azione. De Roon, Freuler e Cristante, una maginot per spegnere Dybala e domare Bentancur. Ilicic, come detto, è una possibilità. Probabile un ingresso nella ripresa. Nel 3-5-2 di Gasperini, Gomez si muove da seconda punta, con libertà. Petagna è il terminale. 

In difesa, senza Toloi, spazio a Caldara, Masiello e Palomino, da subito un pretoriano dell'allenatore. I due esterni sono Hateboer e Spinazzola, con quest'ultimo però braccato da Castagne.

L'Atalanta è a quota 8 in graduatoria, occupa quindi una zona intermedia, frutto di un avvio stentato e di un pronto recupero. Un risultato positivo con la Juventus può proiettare i nerazzurri verso nobili piazze, può annullare o ridurre l'attuale gap con le squadre di vertice.