I timori prima della partita con il Genoa erano tanti. L'Udinese infatti sembrava improvvisamente tornata quella abulica e anonima vista fin troppe volte durante l'era di Colantuono e di Iachini. Imperava poi il nervosismo, le dichiarazioni di Delneri, i comunicati del tifo organizzato e la conferenza stampa di Gerolin avevano creato un clima surreale, quasi da ultima spiaggia, per una squadra che in realtà è alla terza partita in campionato. Si chiedeva fondamentalmente una cosa, aldilà della questione legata alla cessione di Thereau e l'acquisto di Maxi Lopez, ovvero quella di tornare a mostrare un gioco e la voglia di correre dietro al pallone.
Per centrare l'obiettivo, Delneri ha dovuto prendere coscienza di un fatto insindacabile. Molti dei suoi fedelissimi, per vari motivi, sono fuori forma. Ecco quindi che, finalmente, il tecnico di Aquileia ha proposto un undici diverso dal solito. I cambi in parte sono stati obbligati, vista l'assenza di Widmer e la cessione di Thereau, altri erano meno scontati. In campo al Friuli (Dacia Arena) si è visto un undici finalmente adatto ai vari cambi di modulo che vengono chiesti durante l'arco dei novanta minuti. In porta Scuffet, che finalmente potrà passare una settimana tranquilla, visto che ha avuto poco da fare contro il Genoa. Davanti a lui capitan Danilo, attento e preciso, e Nuytinck, che ha giganteggiato come suo solito, aiutando tutti i compagni di reparto, gestendo il pallone con ordine e propiziando il gol centrando il palo con un tiro dopo un calcio di punizione. I terzini sono stati Samir e Stryger Larsen. Il brasiliano non è quello dell'anno scorso e si vede, non ha la lucidità e l'esplosività della stagione passata, ma comunque non ha commesso errori gravi, incamerando minuti per cercare di tornare il vero Samir il prima possibile. Dall'altra parte la prima novità. Larsen infatti ha fatto pochissimi allenamenti con la sua nuova squadra ed era ovviamente un'incognita, nonostante la preparazione fatta con l'Austria Vienna. Partita solida in fase difensiva, meno incisivo in avanti, anche perchè l'affinità con De Paul sembra ancora tutta da trovare. Widmer in questo senso manca, perchè un giocatore che attacchi il fondo della fascia come lui non c'è stato. Lo svizzero ne avrà ancora per un po', vedremo se il danese riuscirà a mostrare anche le sue capacità offensive. Nel caso dovesse riuscirci, non è così scontato che l'ex Aarau torni subito titolare.
In mezzo al campo poi la rivoluzione si fa profonda. In panchina Fofana ed Hallfredsson, due dei titolarissimi di Delneri. L'ivoriano dopo il problema al perone dovrà farne di strada per ritrovare la forma fisica dell'anno scorso, non sarà una cosa immediata e in campo le sue prestazioni erano quasi dannose (infatti in Nazionale è rimasto in panchina). L'islandese invece, forse per via anche dell'età, sembra non avere ancora la lucidità necessaria per prendere un ruolo importante come quello di filtro davanti alla difesa come fatto l'anno scorso. Ecco dunque in campo le novità Behrami e Barak, con il primo che addirittura si è preso i gradi di vicecapitano. Lo svizzero ha fatto una partita di grandissima sostanza e anche intelligenza, visto che il cartellino giallo preso ancor prima della mezz'ora condiziona non poco un calciatore dal temperamento sanguigno come Valon. L'ex Napoli ha fatto da equilibratore tra centrocampo e attacco in modo egregio, non facendo quasi mai passare i palloni avversari e gestendo subito i palloni per i trequartisti. Il ceco invece ha fatto una partita estremamente diligente. Mai un pallone buttato, sempre al posto giusto al momento giusto e soprattuto con la scaltrezza necessaria per capire che il Genoa nei dieci minuti finali (forte della parità numerica ritrovata) stava premendo molto e c'era bisogno di andare a tenere il pallone più vicino possibile alla bandierina del fondo campo avversario. Jankto poi è stato spostato al centro, dove Kuba ha mostrato ancora una volta che quello è il suo habitat naturale. Forse grazie anche alla chiusura del mercato, che lo ha distratto non poco, Jakub posizionato centralmente ha ripreso a fare i suoi soliti inserimenti e a rendersi pericoloso come sa, mettendo a rete il primo tap-in e fallendo quello del possibile 2-0, che avrebbe chiuso definitivamente la partita.
Sulle fasce, in un modulo estremamente fluido, che è partito come 4-4-2, per diventare 4-1-4-1 o 4-3-3 quando necessario, Lasagna ha fatto una partita ricca di sacrificio. Dietro aveva un Samir che, per quanto sia bravo difensivamente, vista la scarsa condizione fisica, ha avuto comunque bisogno di una mano. Incisivio anche in avanti, dove l'affinità con Maxi Lopez sembra già essere ad ottimi livelli. Peccato solo manchi ancora quel tocco necessario per segnare. L'ex Carpi infatti l'occasione, propiziata proprio dal nuovo centroavanti, l'ha avuta, ma ha fallito. C'è ancora da lavorare in questo senso. A destra De Paul, messo davanti a Larsen per dargli una mano concreta in caso di bisogno anche in fase difensiva, è stato un po' troppo anarchico. È l'unico giocatore titolare con le capacità di saltare l'uomo, ma quando lo fa spesso si incaponisce nel saltare tutti gli avversari che trova, anzichè capitalizzare la giocata. Il problema sembrava risolto, ma si sta ripresentando, forse anche a causa dell'addio di Thereau, che ha passato il testimone di giocatore con più qualità proprio a Rodri. In mezzo all'area la novità più grande, ovvero quel Maxi Lopez che tanto rumore ha suscitato. L'ex Catania ha giocato spalle alla porta, con il suo compito che era più quello di creare spazi per gli inserimenti che provare a segnare. Infatti "la gallina" non ha avuto alcuna palla gol sfruttabile, ma in tutte le azioni da gol (pochine) create dall'Udinese, ci ha messo lo zampino, creando spazio e togliendo marcatori. Soprattutto, ma questo lo ha fatto tutta la squadra, è stato fondamentale l'atteggiamento in campo, per bloccare il Genoa bisognava andare a bloccare la fonte del suo gioco, che parte dai tre difensori centrali. La cosa è stata fatta per un'ora di gioco abbondante, con Maxi Lopez primo ad andare in pressing su uno tra Biraschi, Gentiletti e Rossettini.
Insomma, un' Udinese ritrovata, che sta trovando nuova linfa nei giocatori arrivati dal mercato. Ora Delneri ha una squadra composta da tanti giocatori e molti sono arrivati seguendo i suoi diktat. Il tecnico ha preannunciato in conferenza che ora ogni domenica ci sarà qualche sorpresa. Considerando che il tecnico è solito affidarsi a un blocco di giocatori, creando le famose gerarchie, difficilmente vedremo rivoluzioni a ogni partita, però ora la concorrenza in alcuni ruoli sembra aumentare e tenere tesa la corda può aiutare a mettere a tacere definitavamente i critici. Adesso un calendario difficile, con tre big match di fila. L'Udinese dovrà mettercela tutta per dimostrare che quello con il Genoa non è stato un fuoco di paglia.