Niang e Mihajlovic, un binomio già visto ai tempi del Milan. In quella stagione 2015-2016 vedemmo probabilmente la migliore espressione del talento franco-senegalese. Il tecnico serbo infatti è parso essere l'unico capace di inquadrarlo, in un Milan che stava andando allo sbando. Lui e Suso, dopo un prestito rivitalizzante al Genoa, sono rientrati nel club rossonero e l'ex tecnico della Sampdoria è parso subito creare il giusto feeling con i due, tanto che, quando è stato evidente che lo spogliatoio avesse mollato Mihjlovic, l'ex Montpellier è calato non poco. Il risultato finale è stato che per l'ennesima volta M'Baye è finito ai margini del progetto. Con Montella non si è mai trovato, a differenza di Suso, ed ecco quindi che nel gennaio scorso è stato ceduto in prestito con diritto di riscatto in Inghilterra, al Watford. Con la squadra di Mazzarri però poche soddisfazioni. Perso tra un ruolo che andava tra l'ala e la prima punta, Niang e il Watford è stato un amore mai sbocciato. Da qui il mancato riscatto e possibilità di incassare 18 milioni persa per il Milan. In estate, nella rifondazione effettuata dai cinesi, ovviamente il francese non era previsto ed è stato messo sul mercato, a caccia di acquirenti pronti a far fare un bell'incasso al Diavolo, anche perchè sul prezzo di 18 milioni non erano previsti sconti.

Mihajlovic e Niang ai tempi del Milan. Fonte:https://www.noigranata.com

Poche offerte, almeno fino all'avvicinarsi del gong finale. A metà agosto infatti lo Spartak Mosca ha bussato alla porta del Milan con la proposta giusta. 18 milioni e ragazzo coperto d'oro. Sembrava tutto fatto, ma il francese si è messo di traverso. L'interessamento contemporaneo del Torino allenato proprio da quel Mihajlovic con cui si era trovato tanto bene ha ulteriormente complicato le cose. Tanto che, dopo un colloquio a Casa Milan, Niang ha prima rifiutato definitivamente, d'accordo con l'agente Mino Raiola, l'accordo proposto dallo Spartak, per poi presentare un certificato medico che gli ha permesso di saltare gli allenamenti per "stress psicologico". Insomma, tavola apparecchiata per un trasferimento al Torino e raggiungere mastro Sinisa. I granata però per giorni non si sono schiodati dall'offerta di 12 milioni, cifra troppo bassa per una squadra che dalla stessa trattativa stava per incassarne 18. Tiritera che si è protratto fino all'ultimo giorno di mercato. Si vociferava di un Cairo disposto ad alzare il piatto fino a 15 milioni. Il Milan ha resistito, sperando di convincere prima del gong l'acquirente a pareggiare l'offerta dello Spartak. Poi però è arrivato il famoso "twist" inaspettato. Probabilmente anche grazie alla cessione di Zappacosta al Chelsea, il Torino si è convinto e, pur di regalare a Mihajlovic un suo pupillo, ha alzato la posta in gioco fino a 20 milioni tra parte fissa e bonus. Accordo trovato, Niang ha raggiunto il club preferito e i rossoneri hanno incassato anche più della cifra sperata. Ad oggi, un happy ending per tutti.

Ora che Mihajlovic e Niang si sono ritrovati, starà al tecnico serbo mettere in piedi una squadra capace di esaltare tutti i talenti che ha a disposizione. Contro il Sassuolo Rincon e N'Koulou sono già parsi padroni del proprio ruolo, con De Silvestri che non ha fatto rimpiangere Zappacosta (suo l'assist per l'eurogol di Belotti). In più sulla fascia è arrivato Ansaldi dall'Inter, giocatore che, quando non è infortunato, può ambire alla nazionale argentina. In più si parla di Sagna (anche se qui, andando oltre al nome, ha senso andare a prendere un giocatore che chiederà sicuramente un ingaggio pesante, che è da tre mesi svincolato, che al City non giocava più e che diventerebbe il terzo terzino destro in rosa?). Mihajlovic dovrà soprattutto inserire nella sua macchina il buon Niang. Al Milan si usava il 4-3-3, a Torino invece si usa il 4-2-3-1. Il francese sarà comunque messo come ala, ma dovrà giostrare non solo con Belotti, ma anche con Ljajic, puntando perciò sì a far valere la sua velocità e il suo dribbling, ma mostrando anche un po' di visione di gioco e non solo abilità in ripartenza. Il tecnico serbo pare sapere come pungolare l'ex Montpellier e, se ci dovesse riuscisse anche stavolta, il Torino potrebbe contare su un tridente con Niang, Belotti, Iago Falque e Ljajic a supporto. Se tutti dovessero funzionare come sanno, questa squadra potrebbe essere la sorpresa di questo campionato.