Siamo ancora ad agosto, è vero, così com'è vero che, probabilmente, all'Atalanta le due prestazioni offerte nei primi matchday della Serie A edizione 2017-2018 sarebbero bastate contro la maggioranza degli altri avversari dello stesso campionato per ottenere qualcosina in più. Ma l'unico risultato con cui i nerazzurri arrivano alla sosta è uno 0 alla casella "punti" che ha un peso non irrilevante: analizzare una forbice così ampia fra prestazione buona e prodotto concreto nullo non è facile.

Certo, uno sguardo ai numeri non può che aiutare in questo senso. Il più evidente riguarda la fase offensiva, capace di creare un solo gol in campionato, peraltro nato da situazione su palla inattiva. Un dato che non rende l'idea di quella squadra spumeggiante dell'anno scorso, in grado di far male sia in contropiede che, soprattutto, utilizzando la superiorità numerica in tante zone del campo, dovuta al pressing asfissiante attuato con grande disponibilità da tutti gli 11 che, volta per volta, sono scesi in campo. Gian Piero Gasperini ha lasciato intatto il vecchio sistema di scalate, che non ha perso efficacia; la concretezza dell'attacco nel gestire questa mole di palloni recuperati è stata però nulla (o quasi). 30 i tiri totali tentati dagli orobici nella doppia sfida, di cui ben 8 partiti dai piedi di Josip Ilicic: lo sloveno si è sicuramente ambientato bene nella nuova squadra a livello tattico, ma sotto l'aspetto tecnico non sta garantendo quel quid in più che ci si potrebbe aspettare da uno come lui, al pari del Papu Gomez che ha soltanto servito un assist, nonostante si sia confermato come accentratore puro del gioco. Complicato parlare invece della presenza in zona gol di Andrea Petagna, che resta comunque un punto di riferimento straordinario per la squadra al di fuori degli ultimi 16 metri.

Certo non tutte le colpe possono essere date agli attaccanti. Al termine della scorsa annata, il secondo miglior marcatore dei bergamaschi era stato Andrea Conti, esterno più d'inserimento al confronto con Leonardo Spinazzola, che aveva invece garantito una quantità di corsa e di cross assolutamente formidabile dall'altro lato. Ebbene, con una mole di gioco che si produce essenzialmente sulle fasce, il lavoro dei due tornanti nel 3-4-3 dei lombardi non può che incidere fortemente sul resto della squadra. In questo senso, con l'addio del primo dei due esterni menzionati verso il Milan e la non convocazione del secondo - a causa delle sue ripetute richieste (che probabilmente non verranno accontentate, ma tant'è) di accasarsi alla Juventus -, la squadra ha sicuramente perso qualcosa che non ha più ritrovato nè in Hateboer nè in Gosens, che restano elementi dalla sicura affidabilità difensiva ma non in grado di offrire, al contempo, una produzione efficace in avanti. Comunque, il calciatore di proprietà bianconera dovrebbe tornare a disposizione a breve, con magari Castagne che nel frattempo si potrebbe essere adattato, prendendosi il posto sulla destra, garantendo maggiore proprietà tecnica.

La fase difensiva, fino a che la squadra ha mantenuto mentalmente, è apparsa essenzialmente solida. Sia la gara con la Roma che quella col Napoli sono state sterzate da due tiri da fuori, di Kolarov da fermo e di Zielinski in movimento, che nel secondo caso ha fatto molto male più che altro nella psicologia dei difensori. Con il 3-5-2 che Gasperini ha scelto nella ripresa al San Paolo, in cui c'erano più uomini a coprire ma leggermente peggio organizzati, l'1-1 parziale è stato sofferto particolarmente dall'11 che non è riuscito più a rialzarsi, con al contempo l'entusiasmo partenopeo che cresceva. Una lezione importante nell'ottica di giocare in Europa, dove questi errori - se si vuole andare fino in fondo - non sono ammessi. Piegarsi sì, spezzarsi mai, nemmeno nell'atteggiamento: la squadra deve seguire il suo concetto di gioco sempre e comunque, anche nei momenti più complicati. I risultati, così, alla lunga arriveranno: questa determinazione nelle prime giornate non è stata ferrea. La sfortuna (vedi clamoroso palo preso al debutto stagionale) ha fatto il resto.

L'Atalanta deve dunque continuare a sorridere. Meglio ricordare che l'Europa League l'anno scorso è stata raggiunta dopo un inizio di campionato anche peggiore di quello attuale, in cui le prospettive erano molto meno rosee: gestire il doppio impegno non è facile, ma nemmeno impossibile e se i bergamaschi troveranno entusiasmo saranno difficili da limitare per chiunque. Ripartire, perciò, da quanto si è visto di buono aldilà dei risultati: con questa formula, Gasperini troverà di sicuro un'armata nuovamente competitiva.