Un'estate senza macchie, senza alcun errore, né di programmazione né di gestione, soltanto in apparenza. La lunga e torrida stagione del Napoli sembra risultare quasi impeccabile per amministrazione e lungimiranza, sia per quel che riguarda i meri aspetti di campo - con la preparazione della stagione e del preliminare decisamente impeccabili - sia per quanto fatto fuori dal campo, sul mercato, con le cessioni degli esuberi che dovrebbero rappresentare in questi ultimi giorni la ciliegina sulla torta dell'operato di Cristiano Giuntoli. Dopo i continui mal di pancia estivi che hanno caratterizzato le annate precedenti, un'estate serena e tranquilla, senza alcuna polemica. Fino a ieri.
Come un fulmine a ciel sereno, a squarciare l'idilliaca atmosfera che regna in squadra ed in città dopo la qualificazione ai gironi di Champions League, l'offerta del Paris Saint Germain per Pepe Reina. Sette milioni circa di euro per il cartellino del portiere spagnolo, che verrebbe ricoperto d'oro per i prossimi due anni qualora accettasse la destinazione parigina e vestirebbe la maglia di primo, o secondo, portiere all'ombra della Tour Eiffel. Situazione scabrosa, fastidiosa e soprattutto difficile da sbrogliare, perché al crepuscolo della sessione di mercato mancano sempre meno ore. Tuttavia, i motivi di questo assalto appaiono di facile lettura: il mancato rinnovo del trentacinquenne iberico alla base di un rapporto incrinatosi tra le parti in causa, la società che tira acqua al proprio mulino, l'entourage del calciatore che intende fare i propri interessi assicurandosi un prolungamento contrattuale - il più oneroso possibile - per più stagioni possibile. E' il calcio, soprattutto quello di oggi.
Il Napoli non ci sta, volta le spalle e fa muro davanti alle richieste del pretoriano per eccellenza del gruppo, al faro dello spogliatoio, all'ancora di salvezza, emotiva prima ancora che tecnica, della squadra di Sarri. Niente rinnovo, si procede fino a naturale scadenza del contratto. Il calcio d'oggi, tuttavia, segue regole di natura differente, ad avere il coltello dalla parte del manico non sembrano essere più le squadre, forti di contratti che appaiono sempre più carta straccia, bensì gli agenti dei protagonisti in causa. L'offerta, di circa 3.5 milioni a stagione per i prossimi due anni, sembra natural conseguenza di queste frizioni e soddisfa - e come biasimarli - i procuratori del calciatore, che hanno quantomeno atteso la fine del preliminare di Champions League per lanciare il sasso nello stagno ed avvisare il Napoli di quanto stesse accandendo.
La società partenopea si trova, a questo punto, in mezzo a due fuochi, uno più rovente dell'altro: da una parte la necessità, oggettivamente, di valutare un'offerta sproporzionata per un calciatore di questa età, che nella quasi totalità delle occasioni andrebbe accettata senza nemmeno pensarci un attimo, dall'altra l'obbligatorietà di valutare e propendere verso la strada del rifiuto facendo leva sul peso e sull'importanza del calciatore per gli equilibri della squadra sarriana. Più volte lo stesso tecnico toscano si è espresso in favore del rinnovo del portiere spagnolo - più in generale dell'ossatura della squadra della passata stagione - conscio dell'imprescindibilità di Reina, in porta come tra le panchine dello spogliatoio di Castelvolturno. Il vissuto dello spagnolo fa pendere l'ago della bilancia in favore del no, nonostante l'occasione presentatasi rappresenti un unicum rarissimo. Inoltre, l'impossibilità di trovare ad oggi un sostituto degno di tal nome - al di là dell'importo da spendere - ed inserirlo in un meccanismo così oleato come quello della retroguardia partenopea, potrebbe minare la serenità e la solidità di una squadra che ha dimostrato di essere cresciuta e non poco in questo aspetto nelle prime uscite stagionali.
Una situazione che, come spesso è accaduto al Napoli, andava risolta per tempo, soprattutto mettendo in conto che le dinamiche di un mercato sempre più pazzo e sfrenato avrebbero potuto indurre in tentazione l'estremo difensore spagnolo. Adesso, all'orizzonte, resta una strenue resistenza, quella della società, da opporre all'assalto degli sceicchi parigini. Il tutto senza considerare che, all'indomani della chiusura della sessione di mercato, l'animo di Reina potrebbe non essere quello dei migliori.