La Juventus ha meditato, per tutta l'estate, riguardo al centrocampista da acquistare per rinforzare la mediana. Alla fine la scelta è ricaduta su Blaise Matuidi, acquistato dal Paris Saint-Germain per 20 milioni di euro più altri 10,5 di bonus che dipenderanno dalle presenze che il francese giocherà: più saranno, più il transalpino verrà pagato. E oggi è il giorno del nuovo numero 14, che ha rilasciato le sue prime dichiarazioni da giocatore dei campioni d'Italia.
Partendo dalle impressioni che ha avuto giusto qualche settimana fa, quando ha affrontato la sua attuale squadra in amichevole: "E' vero, ho giocato contro la Juve ma conosco la squadra da tanto tempo. E' una squadra che ha l'abitudine di andare avanti in Champions e vincere lo Scudetto, e per me è stato in qualche modo naturale indossare questa maglia. Ci sono dei giocatori importanti che hanno indossato questa maglia e sono molto felice di poter indossare questa maglia. Sono fiero di poter giocare in questo stadio, con questi dirigenti. Non ho mai avuto il minimo dubbio, sono molto felice di essere qui".
La sfida è interessante, il giocatore trasmette l'idea di trovarsi bene con la sua nuova squadra: "Per me ogni squadra è differente, ha una sua cultura. Sono arrivato in un nuovo Paese: si tratta di una nuova avventura, una sfida ambiziosa. Sono arrivato in una grande società. La cosa più difficile è adattarsi ma ho dei compagni che mi hanno accolto alla grande e sarà più facile, quando avremo intesa anche fuori dal campo, trovarla anche dentro. La Juve ha la sua grandissima storia, è una grande squadra ed è un onore essere qui".
Il trasferimento poteva essere fatto anche un anno fa... "Non voglio tornare su ciò che è avvenuto nel passato. C'erano delle voci sulla Juve già l'anno scorso ma la cosa non è andata in porto per varie ragioni, magari il PSG a quel punto non voleva cedermi. Come si dice spesso, meglio tardi che mai: sono contento di essere qui".
C'è stato un consigliere speciale in bianconero, ovvero il tecnico della Nazionale francese: "Ho parlato con Deschamps, il mio allenatore con la Francia. E' importante per me aver ricevuto informazioni rispetto alla società e rispetto al club, è importante evolvere in un nuovo contesto. Avevo necessità di ricevere delle informazioni: volevo confrontarmi con lui e mi ha dato delle informazioni importanti".
A proposito di Deschamps, anche lui aveva vestito il numero 14 a Torino: "Il numero 14 mi accompagna da tanti anni, è un caso che sia lo stesso numero di Deschamps, anche se so che ha fatto grandi cose qui alla Juventus".
Passare dalla Ligue 1 alla Serie A, in linea di massima, significa passare dalla fisicità alla tattica. Il parere del transalpino sul nostro campionato: "E' un campionato molto competitivo, con ottime squadre, molto sviluppato dal punto di vista tattico. La qualità tecnico-tattica è molto elevata, spetterà a me migliorarmi, come ho già fatto grazie a dei grandi giocatori che ho incontrato anche in Nazionale nel corso della mia carriera. Mi trovo in una squadra abituata a vincere e la cosa si adatta a me perchè sono ambizioso, credo che le cose funzioneranno al meglio per tutti".
La collocazione tattica della Chewing Gum (soprannome affibbiato al ragazzo per la sua strana tecnica di corsa) non sarà un grosso problema, che si tratti di 4-2-3-1 o 4-3-3: "Per me è indifferente, nella Francia ho l'abitudine di giocare a 2, coi club ho giocato a 3. Quindi credo che le due posizioni vanno entrambe bene, poi sarà l'allenatore a fare le sue scelte, di tattico dovrò parlare con lui. Cercherò di rispondere sempre presente a prescindere dal ruolo in cui sarò impiegato".
Via Matuidi, dentro Neymar e - a breve - Kylian Mbappé. Magari un po' di rimorso... no, almeno non pubblicamente:"Non sono deluso di aver lasciato Parigi. Sono felice ed onorato di aver indossato questa maglia, è stata una scelta. Dopo tanti anni in un club è stato difficile lasciare quei colori: avevo una grande determinazione e voglia di indossare questa maglia, non tutti hanno questa possibilità. E' chiaro che cercherò di cogliere questa possibilità, sono orgoglioso e darò il massimo per dare il mio contributo e raggiungere i miei obiettivi con questo club".
Max Allegri, parlando del neo-acquisto, ha detto che è unico per caratteristiche. Il calciatore in prima persona conferma questa tesi: "In una squadra ogni giocatore ha le sue caratteristiche da dare alla squadra, io faccio parte di questi giocatori. Cerco di dare il massimo per raggiungere il massimo: ho le mie qualità e chiaramente i miei punti deboli. Cercherò di migliorarmi anche a livello personale, ho questa ambizione anche a 30 anni. Cercherò di recepire le direttive dell'allenatore per dare il massimo alla squadra, che è un'unione di giocatori che danno il proprio contributo affinchè la squadra diventi più forte".
La bandiera francese ha pesato tanto nella storia di Madama, basti pensare a due come Zinedine Zidane e Michel Platini, oppure più di recente a Paul Pogba. Non può che essere magico, per uno d'Oltralpe, vestire questa casacca: "E' un orgoglio enorme. Ovviamente se si guarda a tutti i giocatori francesi che hanno giocato alla Juve sono tutti dei grandi giocatori: è un orgoglio e un piacere fare parte di questa squadra. Con quest'accoglienza, è chiaro che i giocatori abbiano fatto bene in questa squadra. Sono particolarmente orgoglioso di far parte di questa schiera di calciatori francesi che hanno lasciato il segno in questo club prestigioso".
L'obiettivo numero 1 è la vittoria della Champions League? Piano... "Quando si hanno delle ambizioni è chiaro che si cerca di vincere tutto: facile a dirsi, non a farsi. Sono in una squadra che punta a vincere e starà a me dare il meglio sul campo. Nel calcio varie cose possono succedere, l'importante è dare tutto sul campo e poi saremo soddisfatti. La squadra fa grandi cose da anni e dobbiamo continuare su questa falsariga: tutti sognano di vincere la Champions League, ma non succede dall'oggi al domani. Ci sono tante ottime squadre, noi ne facciamo parte e vogliamo raggiungere il successo, ma anche la Serie A è importante: è il nostro pane quotidiano e ci concede di essere dei veri pretendenti per la Champions, è un campionato molto interessante. Questa squadra mi porterà sicuramente a vincere a tanti trofei".
Le prime sensazioni riguardo l'ambiente piemontese, e magari un confronto con quello parigino (che a dire il vero, non è poi fisicamente così lontano): "L'accoglienza che ho avuto è stata ottima, ci sono persone molto aperte che accettano gli altri. Sono venuto qui con la mia famiglia, spero che si ambientino presto: la prima settimana che ho vissuto è stata ottima e ho sentito solo ottime cose dell'Italia. Nel PSG c'erano molti italiani e mi hanno parlato bene dell'Italia, poi sarà solo il campo a dare delle risposte, ora ho già una buona intesa con i compagni. Dipenderà da me poi dare il massimo: loro hanno già vinto dei titoli, ma bisogna rimettersi sempre in discussione. Sono molto elettrico per questa sfida".
Nell'ultima giornata in ordine cronologico di campionato, il Parco dei Principi ha reso un tributo fantastico al suo ormai ex giocatore: "Ho passato sei anni magnifici al Paris, vengo dalla regione di Parigi ed è stata una grande sensazione quella dell'omaggio che mi hanno reso sia i tifosi che il club. Ma ora sono alla Juve: voglio mostrare le mie capacità e aiutare la squadra a raggiungere grandi risultati".
C'è chi ha fatto il percorso inverso rispetto al neo-numero 14 della Vecchia Signora e non le ha mandate a dire, subito dopo aver lasciato il club: "Io ho trovato un club molto organizzato, tutto va bene e non ho preoccupazioni a riguardo. I dirigenti mi hanno accolto bene, anche i giocatori: è un'ottima famiglia e sono felice di farne parte. Dani Alves mi aveva detto buone cose del club, in generale ho solo ricevuto ottimi responsi sulla Juve e sono onorato di farne parte".
Si tora a parlare del sogno con le Grandi Orecchie: "Vincere la Champions è difficile, molto. Sono in un club che l'ha già fatto in passato e vorrebbe rifarlo. E' chiaro che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: si tratta però di un club che è arrivato in finale. Il lavoro svolto è stato importante. Ci sono tante squadre che vogliono vincere la Champions, siamo pronti a migliorare e a raggiungere questo trofeo".
Infine, dei grandi calciatori francesi attuali, Matuidi era l'unico a non aver mai giocato una stagione fuori dalla propria patria. Sarà un problema rivoluzionare questo dato a 30 anni: "Come spesso si dice meglio tardi che mai: faceva parte del mio destino, che voleva che a 30 anni approdassi alla Juventus. Non credo che la cosa mi causerà dei problemi, mi adatterò molto velocemente credo, ma sarà il campo a dare il responso; spero di imparare anche la lingua, che non è particolarmente difficile ma è una cosa importante, già un po' la capisco. Ho giocato con giocatori che hanno giocato in Serie A, mi hanno detto che è un campionato importante e sono onorato di parteciparne".