Molti tifosi del Napoli, sia quelli che hanno guardato la partita da casa, sia quelli che hanno invece affollato bar e ristoranti in tutta Italia, sia, soprattutto, gli oltre cinquantamila presenti allo stadio San Paolo, si sono alzati dalle loro postazioni, al termine delle ostilità, con un certo senso di insoddisfazione. Si, il 2-0 è comunque un risultato ottimo e dà ampie garanzie di passaggio del turno. Si, non aver incassato (l'ennesimo) gol è una notizia ottima in vista dell'esordio in campionato col Verona ed il ritorno in terra francese martedì sera. Ma le troppe occasioni gettate alle ortiche, quasi fisiologiche ed intrinseche nel modo di giocare e produrre calcio di questa squadra, fanno rimuginare eccome.
I preliminari di Champions League nascondono sempre insidie dietro ogni angolo, anche e soprattutto a causa di una condizione fisica che, al 16 Agosto, è ben lontana dal poter essere definita accettabile. Ma il Napoli ieri sera, al netto di un avversario che è sembrato per larghi tratti decisamente non irresistibile e povero dal punto di vista tecnico, ha comunque messo sul piatto una prestazione solida e spumeggiante, grazie soprattutto ai colpi di genio ed alle intuizioni di due dei suoi uomini simbolo: Maurizio Sarri e Dries Mertens.
Sarri, a costo di prendersi dell'integralista sin dalla prima uscita ufficiale, ha riproposto ieri sera il blocco dei titolarissimi senza alcun timore di sorta, nonostante un Hamsik molto dietro fisicamente (e per questo sostituito molto presto rispetto agli standard sarriani, ancor prima del sessantesimo minuto di gioco) ed una linea difensiva non ancora perfetta nei movimenti di reparto.
Lucien Favre, che, è importante farlo presente, si è visto impoverire la rosa nel corso delle ultime settimane in maniera sostanziosa (con un paio di pedine arrivate proprio nel nostro campionato), ha risposto con una delle armi (a doppio taglio) più in voga del momento: il cambio modulo in risposta alle caratteristiche tecnico-tattiche di un avversario che, a prescindere da tutto e tutti, si sa già dal primo momento che non penserà mai e poi mai ad un cambio di registro. Il risultato è stato un 5-3-2 di mazzarriana memoria con degli esterni difensivi iper-bloccati (Sarr addirittura è stato dirottato sulla corsia dopo una vita passata a fare il difensore centrale), un centrocampo folto ed una coppia di attaccanti il cui unico scopo, finchè c'è stata partita, è stato quello di schermare il triangolo Jorginho-Albiol-Koulibaly assieme alle mezzeali per poi ripartire in velocità, soprattutto con Saint-Maximin, a valle della riconquista del pallone. Proprio la posizione del giovane attaccante francese è stato un rebus per la difesa azzurra nei primi quarantacinque minuti di gioco.
Il Napoli, e questo Favre lo ha capito bene, soffre molto gli attaccanti rapidi che sanno ricevere palla tra le linee di centrocampo e difesa e che riescono poi a condurre la sfera in maniera veloce e diretta verso il cuore della retroguardia partenopea, che va spesso in affanno in situazioni di palla scoperta in cui Albiol e Koulibaly hanno spesso bisogno di un secondo di gioco in più per organizzarsi. Fatta eccezione però per un paio di accelerazioni di Saint-Maximin, l'unica grossa occasione per il Nizza è capitata sui piedi di Koziello, poi espulso per somma di ammonizioni assieme a Plea, bravo ad inserirsi alle spalle di un Hamsik troppo pigro e "pesante" per essere vero, meno bravo nel concludere a lato da posizione invitante dopo una delle rarissime sovrapposizioni profonde di Jallet.
La scelta di proteggere il centro congestionando quanto più possibile tempi e spazi di manovra si è rivelata comunque infruttuosa per il Nizza, che, nonostante avesse previsto atteggiamento e disposizione in campo del Napoli, non è comunque mai sembrato in grado di poter reggere il confronto con gli azzurri. La scelta di Sarr sulla sinistra per bloccare Callejon è stata vana, la gabbia costruita intorno a Jorginho col passare dei minuti ha visto le sue sbarre allentarsi sempre di più ed il risultato è stato un tiro al bersaglio del Napoli contro la porta del buon Cardinale, uno dei protagonisti del match. La squadra di Sarri è stata abile, sfruttando le solite combinazioni veloci sulla catena di sinistra ed i movimenti di molti interpreti, ad allargare continuamente la maglie della difesa avversaria costruendo un numero elevatissimo di palle gol all'interno dell'area di rigore avversaria.
Il Nizza ha sofferto terribilmente contro il Napoli ma anche nelle prime uscite stagionali, i tagli profondi degli attaccanti alle spalle dei difensori centrali, cercati sistematicamente nella prima mezz'ora di gioco (da uno di questi tagli, con gran palla di Insigne, è arrivato il gol di Mertens) dal Napoli, a dimostrazione di una giocata provata più e più volte in allenamento per allinearsi con le debolezze dell'avversario. In tal senso la scelta della difesa a 3 da parte di Favre poteva essere vista anche come un rimedio contro l'allargamento delle distanze fra i difensori, vero problema di questo Nizza, ma i risultati sono stati mediocri e, ad oggi, la risoluzione del rebus sembra ancora lontana.
Due parole vanno sicuramente spese anche per Dries Mertens, ancora una volta mattatore di serata con un gol da attaccante di razza ed un rigore (molto dubbio) procurato dopo uno scambio delizioso con Insigne. Dries ancora una volta ha mostrato un'abnegazione agli schemi ed alla maglia azzurra che non possono far altro che entusiasmare i tifosi, e la sensazione è che questo possa essere, nuovamente, il suo anno, a discapito magari di un Arkadiusz Milik che, cresciuto sicuramente di condizione atletica rispetto ai terribili mesi post-infortunio, deve ancora sbloccarsi soprattutto da un punto di vista psicologico (il gol divorato si può interpretare solo in tal senso). Più di qualche mugugno sta iniziando a serpeggiare nell'ambiente partenopeo, fra addetti ai lavori e tifosi (francamente eccessivi), ed Arek dovrà essere bravo a lasciarsi scivolare addosso critiche ed accuse ingiustificate.
Il Napoli, in attesa dell'esordio in campionato e del ritorno di martedì, può, nel complesso, comunque dirsi soddisfatto, nonostante il sapore agrodolce lasciato nel palato dei tifosi dopo il primo assaggio ufficiale di campo. La stagione è iniziata a pieno ritmo, con un impegno ogni tre giorni già ad Agosto e con un'etichetta di anti-Juve appiccicata addosso: bisognerà fare tanta, tanta attenzione. Ma questo, il Napoli, lo sa bene.