Poco più di due mesi, e qualche giorno, da quel 3 Giugno in cui la Juventus scriveva l'ennesima pagina incompleta della sua storia europea. Negli occhi di giocatori e tifosi bianconeri sono probabilmente ancora ben visibili quelle immagini, così crude, che vedevano la Juve sprofondare sotto i colpi di un Real Madrid arrivato all'atto finale con più birra in corpo e con più lucidità, disintegrando qualsiasi ambizione avversaria nel secondo tempo, dopo 45 minuti giocati praticamente alla pari, che avevano alimentato ancor più il sogno di riportare la Champions sotto la Mole dopo 21 anni.
Difficile smaltire una delusione del genere - ancora più difficile farlo in un lasso di tempo così limitato - soprattutto se la prima partita ufficiale dopo quella disfatta mette direttamente in palio un altro trofeo. Certo, non importante quanto può esserlo la coppa dalle grandi orecchie, ma la Supercoppa Italiana in questo momento per i bianconeri rappresenta ben più di un semplice titolo italiano - forse di relativa importanza - da conquistare per rimpinguare una bacheca tricolore già strapiena. E la squadra di Allegri di motivi ne ha eccome per dare il massimo Domenica prossima contro la Lazio, e conquistare il suo primo successo stagionale.
Prima di tutto perché una finale è una finale, e per una squadra che ha come motto "vincere è l'unica cosa che conta" non esistono trofei meno importanti. Poi perché c'è bisogno di una prova che questa nuova Juve, privatasi di alcuni elementi importantissimi - Bonucci su tutti - e arricchita da tanti nuovi innesti che devono ancora inserirsi del tutto, abbia la stessa caratura qualitativa e soprattutto la stessa "fame" di quella che ha dominato in lungo e in largo in Italia negli ultimi 6 anni. E soprattutto, perché la partita di Cardiff ha lasciato strascichi emotivi e psicologici ben più pesanti di quelli procurati dalla sconfitta dell'Olympiastadion contro il Barcellona: perché due anni fa c'era la consapevolezza che l'essere arrivati in finale era già un risultato oltre le aspettative, a cui si è sommata la prestazione assolutamente dignitosa al cospetto del Barça, mentre quest'anno l'obiettivo - mai celato - era quello di riportare finalmente la Champions League a Torino. E poi perché il clima creatosi a seguito della sconfitta con i blancos non ha certamente giovato all'ambiente, generando polemiche e voci di cui si è parlato già troppo.
Contro la Lazio, che si è dimostrata come una delle squadre più in forma di questo pre-campionato, servirà una prestazione degna della miglior Juve, la quale dovrà necessariamente ritrovare quella voglia di vincere e quella convinzione che l'hanno riportata grande dopo uno dei periodi più neri della sua storia. Le amichevoli della squadra di Allegri non hanno ancora mostrato ciò, ma restano amichevoli, e il Bayern di Carletto ha insegnato in maniera ben chiara la lezione. Infine, i bianconeri hanno un grandissimo feeling con questo trofeo, conquistato ben 7 volte: è arrivato il momento di fare 8.