Concluso l'affare Berenguer, è tornato di moda il caso della punta in casa Torino. Mihajlovic vuole un vice Belotti di sicuro affidamento. Sono cambiate molte cose però rispetto a pochi giorni fa. Riavvolgendo il nastro: i granata settimana scorsa sembravano aver chiuso la trattativa per Duvàn Zapata, offrendo una cifra che, tra parte fissa e parte bonus, arrivava a 20 milioni, sembrava fatta, visto che la cifra era molto consistente, dato che parliamo di un giocatore giovane, di talento, ma che in fin dei conti è andato solo una volta in doppia cifra in Serie A. De Laurentiis però pare abbia fatto resistenza, rimanendo fermo sulla sua richiesta di 25 milioni, forse memore di quanto successo con Maksimovic. Alla fine si è scoperto che l'offerta del Toro era di 18 milioni e non di 20, ma comunque abbastanza soldi per assicurarsi una punta da 20 reti in due stagioni. A quanto pare però il Napoli la pensa diversamente e fa muro, tenendo fuori intanto il "Panteròn" dalle amichevoli precampionato. Ecco quindi che il ragazzo ha richiesto un summit con la dirigenza, dato che c'è un'offerta seria e, nonostante sia un esubero, l'ex Estudiantes si trova fermo al palo. Il suo agente tra pochi giorni sarà in Italia. Lo "scippo" poi fatto da Petrachi, rubando Berenguer proprio al Napoli, fa sì che ora Duvàn Zapata sia lontanissimo da Torino. Sul ragazzo piste però per ora poco concrete. Impossibile un ritorno ad Udine, se non con un nuovo prestito, l'Everton potrebbe rifarsi sotto, ora che ha perso Giroud, ma la richiesta di 25 milioni era ritenuta eccessiva prima e sarà ritenuta eccessiva ora. Spunta il West Bromwich Albion, che però ha in Rondon la sua punta. Insomma, la situazione è in stallo.
Zapata no Simeone sì. Il Torino però non è disposto a stare al gioco dell'attesa come vorrebbe il Napoli e sta cambiando obiettivo, ora si punta forte su Simeone, ma qui si va a pestare i piedi alla Fiorentina. Il ragazzo è in uscita dal Genoa, che ha preso Lapadula, ma sembra promesso sposo ai viola. I gigliati però devono prima cedere Kalinic, senza questo passaggio non avrebbero nè la liquidità nè il posto per chiudere il colpo. Il croato ancora non ha cambiato casacca, anche se sembra che il Milan possa chiudere a breve. I granata così provano una corsa contro il tempo, resa difficile però dalla richiesta del grifone per il suo gioiello. Sempre 25 milioni. Il tutto si sbloccherebbe immediatamente se il Torino cedesse Belotti, ma parliamo dell'attaccante italiano più prolifico della Serie A, quindi anche qui entriamo in un campo minato.
Il gallo potrebbe volare. Mihajlovic infatti vorrebbe due punte di sicuro affidamento e non una soltanto. Se poi Belotti dovesse partire il tecnico serbo sarebbe costretto a cambiare stile di gioco. Un'altra volta. La cosa non gioverebbe al Torino, ma il Milan per il "Gallo" sembra far sul serio e con quei soldi si potrebbe completare la squadra. Per ora solo voci e nessuna offerta concreta, anche perchè ad ogni ora la classifica delle priorità rossonere nella lista Belotti-Aubameyang-Morata sembra cambiare. Nel caso in cui però la coppia Fassone-Mirabelli dovesse decidere di puntare sull'ex Palermo, per Cairo si farebbe dura. La clausola da 100 milioni vale solo per l'estero, ma il presidente vuole una cifra simile anche dalle squadre italiane. Per questo Milan però un'offerta da 60 milioni più i cartellini di Paletta e Niang non sarebbe assolutamente un problema. Il Torino sta provando a togliere armi al "nemico" provando a chiudere per Paletta, una delle due contropartite, in un affare slegato alla punta. Presto ci sarà un summit con l'agente dell'ex Parma per capire i margini rimasti per l'affare, dato che il giocatore chiede una buonuscita (contratto scadenza 2018), mentre il club vuole incassare qualcosa da un eventuale compratore. Una cosa è certa, se il diavolo dovesse rompere gli indugi, Belotti si trasferirà a Milano, perchè questi cinesi hanno una disponibilità finanziaria che fino a qualche mese fa era insospettabile, come dimostra l'affare Bonucci. Con quei soldi poi andare a comprare Simeone e una punta complementare non sarebbe un problema per Petrachi, ma per Mihajlovic e i tifosi sì, visto che vedrebbero partire, per l'ennesima volta, la loro punta di diamante dopo poco più di un anno di magie. Cairo giovedì sarà in ritiro e parlerà con il ragazzo. Lì probabilmente si capiranno molte cose in più e si potranno definire meglio le strategie future per un mercato intricatissimo.