22 giugno 2017, prime ore del mattino. Al J|Medical, l'arcinoto centro medico di proprietà della Juventus, arriva un elegante Patrik Schick, direttamente dalla Polonia, direttamente dall'Europeo Under-21 che sta disputando con la sua Repubblica Ceca. È l'indomani della sfida con l'Italia, vinta 3-1. Toccata e fuga a Torino, per svolgere la prima parte delle visite mediche, poi il rientro in Nazionale e seconda parte rinviata al termine della competizione, per questioni di tempi tecnici. L'accordo con la Sampdoria esiste da giorni, acquisto a titolo definitivo per 30.5 milioni pagabili in tre esercizi. Schick completa le visite il 27 giugno, dopo l'eliminazione alla fase a gironi della sua selezione. A luglio, però, si manifestano i primi intoppi: il cielo, splendente all'apparenza almeno fino a fine giugno, inizia a riempirsi di nuvole.
Il 13 luglio, il classe 1996 trascorre un'altra giornata di test fisici a Roma. Nessun comunicato ufficiale delle due società, ma le indiscrezioni parlano di un trasferimento a rischio. Ieri, 18 luglio, la conferma definitiva da parte di Juve e Sampdoria: l'accordo è saltato, il trasferimento non si concluderà. Nessuna motivazione ufficiale, ma i rumors degli esperti raccontano di presunti problemi cardiaci. Gianluca Di Marzio racconta della volontà di Marotta di rivedere le formule, così come della voglia blucerchiata di chiudere invece l'operazione a titolo definitivo. Un accordo non verrà mai trovato, il futuro di Schick non si tingerà di bianconero.
Le voci circolate nei giorni seguenti al 13 luglio parlavano di una necessità di almeno 30 giorni di riposo forzato, per poi procedere a nuovi controlli medici per sancire se il ragazzo sia in grado di continuare la propria attività agonistica, o se ci sia bisogno di ulteriori controlli (o forse qualcosa in più). Al momento la sua situazione è in stallo, nonostante nella mattinata del 18 luglio il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero abbia parlato ai microfoni di "altri 4 club a cui venderlo", oltre a lasciarsi andare a dichiarazioni a loro modo pesanti riguardo lo stato di salute del ragazzo: "E’ una farsa. Non è sano, è sanissimo, quello che gli hanno trovato equivale a un raffreddore".
Anzitutto, che un presidente si esponga a tal punto sulle condizioni fisiche di un ragazzo di 21 anni - dati che per la privacy devono rimanere segreti e non possono essere ufficialmente diffusi - non è forse elegantissimo (per non dire altro). Inoltre i primi piccoli sospetti, col senno di poi, potevano essere nati già quel 22 giugno, quando Schick è rimasto al J|Medical per oltre 8 ore per svolgere soltanto la prima parte delle visite mediche. Sospetti poi confermati il 13 luglio: un'intera giornata di controlli non può essere un caso o un modo per insabbiare qualche tipo di accordo preso sottobanco da una delle due parti per altri club. Anche per questo le parole di Ferrero appaiono inopportune.
Dal punto di vista puramente tecnico la decisione della Juventus è ineccepibile, seppur dolorosa. Mandare in porto l'affare avrebbe significato accollarsi dei rischi, non soltanto finanziari, sottoscrivendo un contratto con un giocatore fisicamente non del tutto sano. Sia chiaro, chiunque dotato di un minimo di buon senso ha come prima preoccupazione la salute di un ragazzo di 21 anni, di uno dei talenti più radiosi del calcio mondiale, che rischia di vedere la propria carriera terminare anzitempo senza poter prendere il volo. La diatriba pone al momento Schick in un limbo che si potrebbe risolvere entro il 31 agosto, ma anche la Sampdoria, ovviamente, in veste di proprietaria del cartellino del ceco, dovrà giocare un ruolo.
Al momento il club blucerchiato è quello che ne esce peggio dalla vicenda. Anzitutto per le dichiarazioni indelicate rilasciate da Ferrero (anche se non sono certamente una novità), ma altrettanto per il trattamento riservato al ragazzo. Se la Juventus ha riscontrato un problema e ha voluto effettuare visite supplementari, significa che il giocatore non è sano al 100% per intraprendere attività agonistica. Questo è abbastanza lampante. Inoltre anche Jakub Jankto, centrocampista dell'Udinese e compagno di Nazionale di Schick, ha confessato di conoscere i problemi fisici dell'attaccante: "Sapevo che aveva qualche piccolo problema al cuore, ma non dovrebbe essere nulla di grave".
Grave o meno, il problema sembra davvero esistere: il comportamento della Sampdoria, per certi versi, potrebbe lasciar intendere una sorta di volontà di liberarsi del ragazzo - che, se sano, avrebbe sicuramente mercato. Inoltre anche il fatto di non aver rilevato il problema, o di averci minimizzato sopra, non fa fare una bella figura a Ferrero e compagni. Tornando ai dati tecnici, la clausola di Schick è scaduta il 30 di giugno, quindi ora la Samp potrebbe alzare il prezzo a proprio piacimento e si potrebbe aprire una vera e propria asta.
Scelte, errori, diatribe e clausole: il calciomercato è, purtroppo, a volte, anche questo. Sarebbe però più opportuno in alcuni casi - come questo - mantenere un occhio di riguardo verso la salute degli atleti, specie se così giovani. La questione, infatti, non è solo calcistica, ma anche di rispetto. E in questa vicenda, sicuramente, non tutti l'hanno avuto.